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Il pilastro dell'autostima

Da Andrea_cusati

Racconto l'inizio del mio nuovo percorso

Io con una gattina

Io con Mimì

Il giorno che ho deciso di prendere in mano la mia vita e di smetterla di appoggiarmi sugli altri è stato un giorno di grande entusiasmo interiore, ma anche di grande dolore e confusione.

Faccio ancora fatica a definirmi una persona consapevole.
Ho creduto di esserlo in diversi periodi della mia vita e ho compreso poi che non lo ero.
Vedo la consapevolezza di sé come una cosa fatta di strati, è come scoprirne un pò alla volta.

A volte mi sento come un bimbo che muove i suoi primi passi nel mondo e nella vita.

Passi incerti, fatti di cadute, a volte dolorose.
La differenza tra me e un bambino è che il bambino non è ancora sporcato mentalmente dalla nostra cultura, dall'esperienza utilizzata male, da preconcetti e giudizi di sé, degli altri e delle situazioni della vita.
Il bambino vuole camminare e, con perseveranza e fiducia in sé stesso e nella vita, prima o poi camminerà... saldo e sicuro.
Non so quanto lui ne sia consapevole, probabilmente non lo è, ma il miracolo avviene.
COSA VOGLIO CAMBIARE

Nel mio inconscio (di conscio c'è stato a un certo punto solo il comprendere che non mi era utile, ma non di quanto fosse distruttivo per me stesso e non di quanto fosse ormai radicato questo pensiero) ho sempre avuto la convinzione che in fondo questa vita sia una gran rottura di palle, ho visto il mondo come una valle di lacrime fatta di dolore, problemi insormontabili e sfighe, ho visto me stesso come un essere nato nel luogo sbagliato, un essere vivente inutile, dannoso a sé stesso e agli altri, non meritevole di amore, non meritevole di vivere, non meritevole di esistere... una vita sprecata, che, donata a qualcun altro, sarebbe stata utilizzata sicuramente meglio.

Ho avuto paura di esprimere pareri divergenti, di lottare per le mie convinzioni e per i miei valori (spesso nella non consapevolezza di quali fossero realmente), spesso quando il gioco è stato duro sono scappato invece di continuare a giocare.
Se mi mettevo a riflettere su cosa mi piacesse, su cosa mi desse emozione, su cosa cercassi nella donna che ho sempre cercato per costruire una famiglia, che cosa volessi fare per stare bene, per sorridere di più... dentro me c'era solo apatia... buio... una stanza vuota e spenta.
Non lo sapevo.
Non sapevo chi ero.

E' DIFFICILE, MA SI PUO' CAMBIARE ROTTA

Il passato sembra non andarsene mai del tutto.

E' meno veemente di un tempo, è meno radicato in me tutto ciò, ma a volte avviene ancora tutto questo.
A volte ritornano.
Nonostante razionalmente sappia che non mi è utile, sappia cosa fare di diverso, non creda più poi così tanto a questi pensieri dannosi... è come se l'abitudine sotterranea continuasse a farli resistere... a farmi perdere nella confusione... a sussurrarmi all'orecchio: "avevi ragione bello, la vita è una merda, il mondo un inganno, per quanto ti sbatti... non cambia mai niente".

In questi mesi qualcosa di profondo, qualcosa di cui non sono ancora del tutto consapevole, è cambiato in me.

C'è qualcosa di diverso... quello che non cambia è l'impegno che richiede scardinare quello di disfunzionale che emerge in me... quello che mi porta nella direzione opposta rispetto il mio benessere interiore.
A volte mi sento stanco... logorato mentalmente e fisicamente... ho bisogno di fermarmi... di lasciare andare o di accettare o di stare male e stare in quel dolore.
A volte mi sento perso... solo... vuoto... impaurito... finito.
Temo di ingannarmi ancora, di sbagliare strada un'altra volta, mi sento senza più tempo da perdere, vado in ansia.
Pazienza.
"Dannata fottuta pazienza... dannato fottuto equilibrio", mi vien da dire a volte.
Lo so, non è un bel linguaggio, lo so, non è utile, ma 'fanculo!

E' incredibile come da un attimo a un altro, a volte da un giorno a un altro, a volte da una settimana all'altra... tutto questo si sciolga come neve al sole.

Allora so che sono sulla mia strada, che non è né giusta né sbagliata, è la mia.
So che fa parte anche questo del mio cammino e, forse, farà sempre un pò parte di me.
Sono il sole e la luna, l'acqua e il fuoco, la notte e il giorno, il bosco e il deserto... tutto questo forma la Terra, forma il nostro mondo e tutto è imprescindibile... tutto è connesso... come in me ogni parte di me.

Questa è una cosa che ho imparato, un'altra lezione imparata è che: imparare, sapere e capire sono cose utilissime, ma poi serve applicare la lezione, portarla dal mondo del pensiero astratto a quello della materia... e quando si parla di questo, ognuno deve trovare il suo metodo, ognuno ha i suoi tempi, ognuno ha la responsabilità di esercitarsi in sé a suo modo... oppure di andare avanti più o meno come si è andati avanti sempre... di certo, anche se a volte non ci sembra, indietro non si torna.

IL PUNTO DI ROTTURA

C'è un momento in cui o ti dai il colpo di reni o affoghi.

Mesi fa sentii improvviso l'impulso di rompere il guscio in cui mi ero chiuso e decidere di vivere la mia vita da protagonista, sentii la voglia di sapere, di acculturarmi su diverse cose, di prendermi del tempo per fermarmi a metabolizzare questi anni di corse, di leggere, di scrivere, di dedicarmi a me e alle mie passioni, di decidere e prendermi responsabilità, di sbagliare per imparare, di comprendere chi sono e che vita voglio davvero fare.
Sapevo che per arrivare a questo mi sarei cacciato in ciò che ho sempre rifuggito, sarei andato via da cose che mi piacevano e in cui stavo bene, mi sarei sentito solo, mi sarei sentito in colpa, avrei sofferto con solo me stesso accanto... e ce l'avrei dovuta fare.
Tutto questo, che allora non era così chiaro in me, è arrivato in seguito a un malessere importante, che era figlio di tante cose probabilmente, ma alla base c'era senz'altro quello che ho descritto finora.

COME COMPRENDERE CHI SI E' DAVVERO?

Come fare a capire chi si è? Come comprendere quando sono io o è una mia maschera che si appiccica al viso camuffandomi a me stesso e agli altri? Come fare, a 38 anni, a capire ciò che in quasi quarant'anni di vita non ho compreso di me?

La risposta è arrivata in questi mesi.

Sconcertante nella sua semplicità, complessa nella sua messa in pratica.
L'unico modo per imparare è vivere.
Ma vivere sempre più consapevolmente.
Anche quando mi tocca consapevolizzare e ammettere qualcosa che di me non mi piace per niente.

Ho notato di me che spesso ho affogato nell'apatia, che fa da anestetizzante al dolore che non volevo provare, non solo cose spiacevoli, ma anche cose che mi facevano stare bene.

Ascoltare con attenzione questo in me è stato struggente, ma anche incredibile.
Impari chi sei scoprendoti a sorridere davanti a un leprotto all'alba, impari chi sei sentendo una lacrima di commozione scendere mentre guardi il sorriso di un bambino, scopri chi sei mentre ti perdi facendo l'amore, scopri che sei quando senti un disagio in te e ne focalizzi la causa.
Queste cose, che forse per alcuni sono banali e scontate, per me sono state scoperte meravigliose, misteri che nascondevo ai miei stessi occhi.

NESSUNO PUO' FARLO PER TE

Ci sono metodi e situazioni di vita che aiutano a velocizzare, ci sono tanti compagni di viaggio tra cui scegliere, ma, alla fine, siamo soli.

Solo noi possiamo trovare la chiave di volta alla nostra vita, solo noi possiamo trovare le risposte.
Abbiamo le nostre doti e i nostri bastoni fra le ruote, abbiamo i nostri tempi, abbiamo la nostra unicità speciale, abbiamo noi stessi e tutte le parti di noi che ci compongono e abbiamo tanto tempo per sperimentare.

COSE PRATICHE CHE HO COMINCIATO A FARE

Una cosa di me che ho visto, che mi ha fatto male, che non credevo fosse ancora così forte e presente in me, che non mi è piaciuta per niente, è stata l'egoismo.

E' come aver vissuto per molto tempo chiuso in me, senza rendermi davvero conto di chi e cosa mi circondasse.
Così ho fatto uno sforzo nel cercare di uscire da me.
Ho cominciato a vivermi di più gli altri e le situazioni e i luoghi in cui mi trovavo.
Ho pensato che mi ha sempre dato tanto aiutare gli altri e di sviluppare maggiormente questo mio lato.
Spesso inconsciamente mi sono messo a confronto con gli altri, mi sono sentito o più in basso o più in alto, quindi ho deciso di sforzarmi di tenere presenti che sono miei pari e io loro pari, che siamo simili, viviamo le stesse battaglie, le stesse difficoltà e siamo fatti della stessa essenza.
Ha preso così un senso importante una parola imparata in un bellissimo film scoperto all'ecovillaggio ("Un altro mondo" di Thomas Torelli): IN LAK’ECH.
"In lak'ech" è una parola usata dai Maya che vuol dire: io sono un altro te.
E' una parola che non veniva usata solo nei confronti di un altro essere umano, ma di tutto ciò che ci circonda.
Sentirsi parte di un tutto e sentirsi uguale a tutto.

Un'altra bella scoperta di questo nuovo modo di interagire con tutto ciò che mi circonda, è stato che ho avuto la sensazione come di vivere per la prima volta le persone... persone anche che conoscevo da molto.

E' stata una bella scoperta.

Nel frattempo leggevo un libro ("Conversazioni con Dio" di Neale Donald Walsch), che mi ha trasmesso in quel momento ancora consapevolezza e pensieri piacevoli.

Ho sentito voglia di vivere quella parte spirituale che ho sempre affrontato in punta di piedi.
Il libro mi ha chiarito un concetto che ritengo fondamentale.
Noi siamo fatti di tre parti: corpo, anima e mente.
La difficoltà per noi umani è farle coesistere in equilibrio, poiché sono tre parti che viaggiano su tre livelli completamente diversi.
Se riuscissimo a farlo, saremmo più potenti di Dio stesso.

Ho sentito voglia di circondarmi di cose belle, parole e pensieri piacevoli, persone piacevoli, di essenze, profumi, incensi e candele, di vedere film con un linguaggio pulito.

Nei primi mesi della ricerca di me ho sentito anche l'impulso di dipingere sassi, cosa che avevo iniziato a fare superficialmente da poco.

Così ho investito dei soldi nei colori e nei pennelli, ho racimolato qualche sasso e ho cominciato.
Tornato nella provincia di Milano ho deciso di provare a vendere alcune cose e i miei sassi nei mercatini dell'usato, esperienza che da tempo volevo fare.
Sassi ne ho venduti di più agli amici, ma il mercatino dell'usato lo porto avanti ancora ed è stata una bella scoperta.

Capire chi ero e che cosa volevo dalla mia vita era ancora un mistero... e un mistero era come arrivarci.

Così ricerco in internet e trovo tante cose a riguardo, qualcuna interessante.
Una è stata i 18 passi per capire chi sei, nella quale si parlava di valori.
Non avevo chiaro il discorso dei valori, cosa fossero esattamente e che peso avessero nella vita di ognuno di noi. Ne aveva accennato Gabriella all'ecovillaggio, ma ero molto ignorante in materia.
Così sono andato a cercarmi cosa fossero esattamente questi valori umani e poi ho fatto una scala dei miei.
Ho trovato una tabella utile a riguardo e la spiegazione della differenza fra valori mezzo e valori fine.

Qui ho colto un altro insegnamento: spesso ho dato per scontato di sapere cose o che avessero poca importanza cose, per ignoranza.

Sono sempre stato avverso allo studio e così mi sono documentato poco su molti argomenti.
Ma sulla strada della consapevolezza è importante sapere, conoscere.
Ogni volta mi accorgevo che partivo dal pensare di cambiare qualcosa di me troppo avanti, avevo bisogno di sistemare le basi, di chiarirmi punti, che magari per altri erano e sono scontati.

IL PILASTRO DELL'AUTOSTIMA

E qui arriviamo a quello che per me è stata la comprensione del fulcro di molti miei problemi ed errori: l'autostima.

In quel periodo ero passato a leggere "I sei pilastri dell'autostima" di Nathaniel Branden.
Avevo sempre pensato all'autostima come a una scarsa stima di sé, come alla semplice consapevolezza di non credere in sé stessi.
Non avevo la più vaga idea di come migliorarla, se non sforzandomi di dirmi che mi volevo bene e, soprattutto, non avevo la più vaga idea di quanto fosse complesso invece il discorso e di quanta importanza avesse avuto nella mia vita e abbia nella vita di tutti.
Con questo libro ho compreso meglio cosa sia l'autostima e ho consapevolizzato che avevo bisogno di partire da lì.

Consiglio assolutamente a tutti, anche a chi pensa di non avere problemi riguardo l'autostima, di leggere questo libro.

Ma, so che a volte per pigrizia, per scarso tempo, per dubbiosità o altro, molti di voi che leggeranno queste righe non leggeranno il libro.
Così ho pensato di scrivere una serie di post dove riassumerò il più possibile questo libro.
Spero che questa mia iniziativa possa essere d'aiuto a qualcuno e che, magari, spinga a comprare e leggere per intero uno dei libri che ritengo di un'utilità straordinaria nella vita.
Come dice a un certo punto Branden: non hanno senso tanti lavori su di sé se prima non si è rafforzata l'autostima.

Anziana chiede scusa alla bambina che vede nello specchio

Abbi compassione di te e amati

Realizzato questo, la prima persona che ho attaccato e con cui me la sono presa è stata me stesso.
Vero, le cose non sono andate sempre bene, le persone a volte ti hanno trattato male... ma tu hai permesso tutto questo... come hai fatto ad amarti e rispettarti così poco?

Un abbraccio a tutti e... al prossimo post.


                  Scritto da Andrea Cusati sabato, 27 febbraio, 2016
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