“Nessuno potrà mai capire cosa significhi essere dislessici nel mondo della scuola. Nessuno potrà mai capire, dal di fuori, cosa si provi a sentirsi umiliati per tutta la propria infanzia e sentirsi ripetere giorno dopo giorno che non sarete mai capaci di avere successo in niente”.
Jackie Stewart, vincitore per ventisette volte del Grand Prix , incoronato Sir dal Principe Carlo.
Nel libro Proust e il Calamaro di Maryanne Wolf la studiosa racconta alcune vicende del pilota Jackie Stewart riguardo la sua dislessia e di come questa gli abbia condizionato la vita.
Jackie Stewart ha rivelato di non aver mai potuto, da adulto, essere veramente a suo agio con se stesso, nonostante i premi vinti e il potersi permettere auto di lusso e jet privati. Le umiliazioni dell’infanzia erano durate troppo a lungo…
Jackie Stewart sosteneva che se non avesse scoperto di essere bravo a guidare vetture da corsa, sarebbe sicuramente “finito in prigione, o peggio”, perchè come usare una pistola, quello l’aveva imparato. Solo molto più tardi, quando i suoi due figli ricevettero la diagnosi di dislessia, Stewart cominciò a capire perchè la sua infanzia era stata come era stata.
Ma chi è Jackie Stewart? Come potete leggere su Wikipedia, è un pilota automobilistico britannico, tre volte campione del mondo di Formula Uno.
La carriera automobilistica di Stewart fu turbata da un solo grave incidente a Spa nel 1966, potenzialmente fatale. Fu allora che decise di creare una campagna rivoluzionaria per promuovere la sicurezza sui circuiti automobilistici. Forte dei suoi innumerevoli successi in gara, Jackie Stewart aveva il coltello dalla parte del manico per forzare i proprietari dei vari circuiti; fu celebre la chiusura dei percorsi storici di Nürburgring e Spa finché non furono implementate alcune modifiche fondamentali per la sicurezza dei piloti. La sua campagna, presidente dell’Associazione dei Piloti di Grand Prix, avrebbe condotto a una nuova era dell’automobilismo in cui le fatalità sono una rara occorrenza. Sir Jackie Stewart dichiarò: “Lo considero come il mio più grande contributo nei confronti dell’automobilismo, molto più importante dei miei tre titoli mondiali.”
Indubbiamente non fu un’impresa facile gestire la sua brillante carriera agonistica e la campagna a favore della sicurezza, ma Stewart la prese con filosofia: “Per vincere dovevo rimuovere tutti gli aspetti negativi dalla mia mente e concentrarmi al massimo. Ai miei tempi le auto non erano affidabili come oggi e per accumulare punti e podi dovevi far parte dei team più forti, con i migliori meccanici e manager.”
Jackie Stewart ritiene, inoltre, che la dislessia fu un fattore determinante per la sua carriera: “Ero affetto da questa sindrome, trovai uno sport in cui avevo talento e vi riposi tutte le mie energie. Quindi furono due gli elementi che mi aiutarono a eccellere in un ambiente dove spesso perdevamo piloti e amici in gravi incidenti.”
Jackie Stewart si è impegnato più volte con delle azioni pubbliche a favore dei ragazzi dislessici.