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Esso fa peraltro parte del gruppo 14 della stessa, gruppo che comprende, oltre al piombo, nientemeno che il carbonio, il silicio, il germanio e lo stagno.
Il suo nome deriva dal latino plumbum, che presumibilmente proviene dal greco pélios, ossia "blu-nerastro", oppure dal sanscrito bahu-mala ("molto sporco").
Il piombo è un metallo tenero, denso, duttile e malleabile, che, appena tagliato, si presenta di colore bianco azzurognolo, mentre, esposto all'aria, tende ad assumere una colorazione grigio scuro.
La cosa interessante del piombo è che esso abbraccia l'intero spettro della creatività e della distruttività umane.
Che significa?
Lo scopo di questo articolo è proprio quello di illustrare brevemente le peculiarità e gli usi di questo importante elemento, analizzandolo a 360°, ovvero osservando sia i suoi aspetti positivi che quelli negativi.
La prima cosa che si può dire sul piombo è che esso viene visto come la gravità (sia fisica che intellettuale) fatta ad oggetto concreto ed è l'elemento chimico maggiormente associato alla morte.
Non a caso esso viene preso come riferimento in elementari interrogativi a trabocchetto relativi al peso, come "pesa più un chilo di piombo o un chilo di piume?" et similia.
Oppure si parla spesso di cielo plumbeo riferendosi non unicamente al suo colore.
L'immagine del cielo plumbeo, inconcepibile dal punto di vista gravitazionale, fa presagire qualcosa di peggio della semplice pioggia, richiamando alla mente il tragico destino di un mondo messo sottosopra.
Il legame del piombo con la morte è ben evidenziato dal fatto che, nella tradizione, per preservare i corpi dei papi e dei re, e assicurarsi che l'anima non fuggisse, venivano utilizzati sarcofagi di piombo.
Ad esempio, il cuore del re Roberto I di Scozia giace in uno scrigno di piombo nell'abbazia di Melrose, così come le membra del suo acerrimo nemico, re Edoardo I di Inghilterra, "riposano" a Westminster Abbey.
Non corrodendosi, il piombo protegge ciò che contiene in quanto crea uno strato superficiale che blocca gli attacchi chimici.
Ed è proprio tale sottile strato, sostanza peraltro usata dagli artisti con la denominazione "piombo bianco", che preserva i tetti di numerose chiese e cattedrali d'Europa.
Il "piombo bianco", chiamato anche biacca o cerussa, è in particolare un pigmento costituito da carbonato basico di piombo.
La sua formula bruta è: (PbCO3)2 · Pb(OH)2.
La biacca si presenta come una polvere bianca pesante, che unita con olio di lino cotto (100 parti di pigmento e 30 di olio) fornisce una pittura di ottimo potere ricoprente e di lunga durata.
Il bianco di piombo è stato utilizzato sin dai tempi antichi ed è stato addirittura l’unico bianco disponibile insieme al "bianco San Giovanni" (carbonato di calcio) fino al XIX secolo.
Plinio il Vecchio ne ha descritto non solo le proprietà ma anche il metodo di fabbricazione che sembra molto simile a quello usato dagli Arabi e dai Giapponesi.
Nel Medioevo la produzione di biacca, la quale veniva sfruttata anche come medicamento, era monopolizzata dagli Olandesi e dai Veneziani.
Nella seconda metà del XVIII secolo il chimico e mineralogista svedese Torbern Olof Bergman stabilì la vera composizione del pigmento e da allora si studiarono svariati metodi razionali per la fabbricazione industriale.
Successivamente, con l’inserimento in commercio del "bianco di zinco" (nel 1840 circa) e, nel XX secolo (1930 circa), del "bianco di titanio", il suo impiego è parecchio diminuito fino quasi a scomparire del tutto.
Oggi viene usato esclusivamente da alcuni pittori particolarmente legati alla tradizione e, davvero raramente, in lavori di restauro.
Lo scarso utilizzo della biacca è dovuto specialmente alla sua elevata tossicità.
Ebbene sì, il piombo e tutti i suoi composti risultano estremamente tossici.
A dir la verità, esso è il prototipo del metallo pesante velenoso e, come il mercurio (suo vicino nella tavola periodica, che abbiamo analizzato qui), è stato responsabile di alcune tra le peggiori contaminazioni ambientali dell'era moderna (fino a pochi anni fa veniva tra l'altro utilizzato per migliorare le prestazioni della benzina).
Il piombo e i suoi composti presentano effetti tossici da accumulo, soprattutto nei bambini.
Nel sangue, livelli di 50 ppb (parti per miliardo) determinano un aumento della pressione sanguigna.
A 100 ppb si hanno già danni cerebrali e ai reni; a livelli maggiori di 800 ppb si può arrivare persino al coma e alla morte.
Il piombo interferisce infatti con la biochimica dell'eme nell'emoglobina del sangue (di emoglobina abbiamo parlato qui).
Si calcola che circa 200.000 bambini all'anno si ammalino per avvelenamento da piombo.
Tale problema è provocato fondamentalmente dall'ingestione da parte dei bambini di vernici contenenti pigmenti al piombo.
Le case maggiormente vecchie possono infatti contenere pitture a base di piombo bianco.
I sali di piombo presentano un gusto dolce, cosa che potrebbe spingere i bambini a succhiare gli oggetti verniciati.
Piombo e Saturnismo
Molti pittori, quali Van Gogh e Goya, erano soliti usare colori a base di piombo per la realizzazione delle loro opere.
La pazzia, la schizofrenia ed i disturbi mentali e psicologici degli stessi venivano attribuiti all'intossicazione da piombo, causata appunto dall'inalazione e dall'ingestione dei colori (sembra che Goya avesse persino l'abitudine di bagnare la punta del pennello con la saliva, non con l'acqua, ingerendo notevoli quantità di piombo che si accumulavano nell'organismo).
Dagli antichi romani fino quasi ai tempi odierni, il piombo è stato inoltre usato nelle tubazioni, incluse quelle atte al trasporto di acqua.
L'esposizione al piombo avveniva anche attraverso gli utensili da cucina e le pentole.
Nel periodo coloniale della storia degli Stati Uniti l'avvelenamento da piombo veniva diagnosticato come la causa del "mal di pancia secco" di cui soffrivano gli abitanti della Nuova Carolina, i quali erano soliti consumare il rum prodotto nel New England.
L'apparecchiatura per la distillazione aveva infatti componenti di piombo.
L'intossicazione da piombo dovuta all'esposizione professionale o accidentale assume peraltro una denominazione molto particolare, ossia saturnismo.
Il nome della malattia deriva dal dio romano Saturno, l'equivalente di Crono, dio del tempo, per i greci.
Gli alchimisti ritenevano infatti che il dio Saturno avesse come elemento associato proprio il piombo.
I sintomi classici del saturnismo sono nausea, vomito, dolori addominali, irritabilità, mal di testa, iperattività e altri ancora.
Probabilmente pochi lo sanno, ma questi sono alcuni sintomi della grave malattia (oltre alla sordità) che afflisse nientemeno che Ludwig van Beethoven.
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