Copio e incollo una parte di un post scritto da Alessandro Pascale che aggiunge qualcosa sull’affare del pirogassificatore.
La storia insegna che spesso molte decisioni non vengono prese per il bene comune ma per le volontà politiche ed economiche di pochi soggetti. È lecito quindi, in presenza di evidenti contraddizioni (di cui sono esemplari Valle Responsabile e la Casa del Consumatore) chiedere chiarezza sul conflitto di interessi e i molti punti oscuri che ruotano attorno alla vicenda. Finora si è parlato molto di salute, emissioni e ambiente, ma poco degli interessi materiali che stanno dietro la questione, cioè delle società componenti la holding ATI1. Quanti sanno che dietro la Green Holding Spa (azienda coinvolta con la giunta Formigoni nell’affaire della bonifica dell’area di Santa Giulia) c’è la Green Luxemburg SA (una società lussemburghese!) di cui nulla sappiamo sulla proprietà? Sono note le vicende della Dalmine Spa, che negli ultimi tempi ha una causa milionaria con cui rischia di mandare in fallimento il comune dove ha costruito un inceneritore? E le storie di Giovanni Bertino e della sua famiglia, ossia dei capi della Cogeis Spa, più volte indagati e arrestati per questioni riguardanti anche le autostrade valdostane? Tutti sono al corrente che Massimo Martinelli, a.d. della Gea Spa, è stato arrestato meno di un anno fa con l’accusa di “associazione per delinquere transnazionale finalizzata all’illecito traffico di rifiuti” e “falsità ideologica in atto pubblico”?Queste società spenderanno 220 milioni di euro per costruire il pirogassificatore e gestire l’utilizzo dei rifiuti per i prossimi 23 anni. Credo difficile pensare che facciano tutto ciò per beneficenza o per spirito sociale.