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Il "più" dopo il "men"

Da Marisnew
Cara Lilli,
giovedì scorso è stata una giornata degna di nota. Bella? Brutta? Entrambe le cose. Anzi, nessuna delle due.
E' stata una giornata notevole, dicevo. Intrisa di emozioni.
Tutto è cominciato al mattino, con il monello che ha fatto la sua ora di psicomotricità dalle 9 alle 10 con la nuova terapista (che è la stessa che tratta la monella da tre anni e mezzo con ottimi risultati e che sono felicissima abbia preso il posto dell'altra che lo ha seguito nei mesi passati, di certo meno preparata ed incisiva).

La psicomotricista mi ha voluto fare un pò il punto della stuazione, dopo che lo ha osservato per alcune sedute. E non sono esattamente rose e fiori.Lo sapevo, in realtà. Perchè non sono così stupida o cieca da non vedere che il monello ha con il passare del tempo evidenziato sempre più alcuni sintomi di un disturbo dello spettro autistico. Modi di essere e di fare che in parte sono comuni a quelli della monella, mentre in parte ne differiscono. Perchè, pur nell'ambito dello stesso tipo di disturbo, ci sono variabili che rendono unico ogni caso. 


Il carattere ad esempio: il monello è cocciuto, prepotente, non ascolta nulla e niente lo tocca; la monella è per sua natura docile, ubbidiente, si mortifica se la rimproveri, ha sempre avuto un gran senso della dignità.
E poi lui ha un livello di iperattività elevatissimo (peggiorato dall'estate scorsa) che lei non ha mai raggiunto.
Inutile stare qui a dilungarmi: sono simili, ma diversi tra loro.
Il pensiero di fare anche per lui tutto l'iter diagnostico più approfondito (al di là quindi della semplice visita neuropsichiatrica e del test somministrato dallo psicologo) fatto anni fa per la monella mi pesa e quindi giovedì mattina sono venuta via dal centro di riabilitazione con la mente invasa da pensieri negativi, da rimorsi di ogni genere che fanno sempre capolino non appena abbasso un attimo la guardia...
Con questo stesso umore tendente decisamente al nero fumo, sono tornata al centro alle 14 per la logopedia della monella (per la serie: non ci facciamo mancare nulla, anche andare al centro due volte a distanza di poche ore nello stesso giorno, due giorni a settimana).

Appena entrata nell'atrio vedo la logopedista che mi fa subito cenno di avvicinarmi. Normalmente non sta lì ad attendermi all'ingresso, quindi ho pensato "Ecco: completiamo l'opera! Chissà che altra notizia negativa devo avere adesso..."Invece... La terapista mi ha presentato una giovane signora con un bambino di 4 anni che ha appena cominciato le terapie riabilitative per un sospetto di autismo e che deve fare il famoso iter diagnostico di cui sopra. 


Poi, mettendomi una mano sulla spalla, ha detto all'altra mamma: "Questa è la persona di cui ti ho parlato. E' a lei che devi far riferimento se hai dubbi o timori perchè lei ha fatto già molta esperienza con la sua prima bambina e ora sta proseguendo col secondo figlio. Ma soprattutto è umanamente, culturalmente e spiritualmente parlando la persona più adatta per aiutarti e sostenerti in questo percorso che devi affronare col tuo bambino."

Ti giuro: sono rimasta senza parole. Mi sono venute le lacrime agli occhi. Non è la prima attestazione di stima che questa terapista, che io stimo molto a mia volta, mi rivolge (vedi QUI), ma stavolta ha avuto un significato diverso, un valore in più perchè ha detto queste cose che pensa di me ad un'altra mamma che è preoccupata, intimorita da ciò che le si profila davanti.E questo è stato davvero importante per me, Lilli. Non tanto per la gratificazione personale (che può anche starci, ovviamente) quanto perchè  significa che quello che ho vissuto fino ad oggi, le paure, le speranze, i pianti, le gioie, le sconfitte, i traguardi raggiunti, i sacrifici, TUTTO insomma...NON è andato perso. 


Quello che ho vissuto fino ad oggi non è stato vano, è servito a me e potrà servire a chi come me deve fare i conti con un disturbo che compromette la serenità e lo sviluppo dei propri figli.
E questa, inoltre, è stata l'ennesima conferma di quanto sia vero che "Per ogni su c'è sempre un giù, per ogni men c'è sempre un più", come cantava Mago Merlino ne La spada nella roccia, ricordi? (QUI e QUI)
Le parole della logopedista giovedì pomeriggio sono state per me il "più" dopo il "men" della mattina. 
 

Oramai questo ritornello è il mio mantra, c'è poco da fare :-)



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