Ma in fondo la morte fa parte della vita. Si può solo morire se si è vissuti.
Proprio come Walter Bonatti, l'ultimo degli alpinisti 'tradizionali', che ha pensato bene di andarsene oggi senza neanche avvertire.
Bonatti è quello che mi ha avvicinato alla montagna con una filosofia di rispetto, d'amore, di dignità, senza farmi mai pensare alle epiche sfide con l'alpe di fascistoide memoria.
![Il più grande dei grandi Il più grande dei grandi](http://m2.paperblog.com/i/57/576782/il-piu-grande-dei-grandi-L-2ysmre.jpeg)
Le sue salite in solitaria erano affascinanti, straordinarie soprattutto perché salivano le montagne quasi senza toccarle, con un rispetto che la maggior parte degli alpinisti, di ieri e di oggi, non contemplano lontanamente, mirando esclusivamente e solamente al raggiungimento della vetta, a tutti i costi.
Non è un caso infatti, che il suo 'erede' ideale sia stato Messner, il grande alpinista altoatesino che meglio di tutti ha interpretato e seguito l'approccio ai monti di Bonatti.
L'alpinista ed esploratore bergamasco ha riempito libri, camminato chilometri, tracciato vie, raggiunte vette, esplorato mondi nascosti e ai margini del mondo, con la delicatezza, la sobrietà, la curiosità tipica di chi vuole testimoniare ma non vuole influenzare, di chi vuole vedere senza toccare, di chi vuole amare senza possedere.
Ha dovuto anche fronteggiare la stupidità e la voglia di successo a tutti i costi degli uomini di poco conto, come nella orribile storia sulla conquista del K2. Ma ne è uscito, vincitore, dopo 50 anni con stile, eleganza e straordinaria ironia.
Si era sposato pure l'attrice famosa, il malandrino...
Un uomo che ha segnato un secolo, un uomo che ha fatto storia.
Leggete i suoi libri se volete sognare.
E vivere vere e proprie avventure (altro che Harry Potter...).