Ho appena finito di leggere Il Cimitero di Praga, l’ultimo romanzo di Umberto Eco, pubblicato in Italiano nel 2010 e tradotto in inglese l’anno successivo.Strutturato come un ottocentesco romanzo d’appendice (feuilleton), è un susseguirsi di misteri e colpi di scena che tengono il lettore attanagliato per più di 500 pagine. Al centro della trama un personaggio, Simone Simonini, uno degli esseri più spregevoli mai inventati in letteratura, che parla per buona parte della storia in prima persona attraverso un diario. Vi è poi un'altra voce narrante o, meglio, scrivente, che si definisce abate Dalla Piccola, il quale si alterna con Simonini, sempre annotando sul diario di costui, e infine un Narratore neutro che serve per introdurre la trama e, qua e là, completare le lacune e accelerare il ritmo tra i capitoli. Ogni voce narrante è identificata da un carattere tipografico diverso, sicché è sempre chiaro da quale punto di vista vengono descritte le azioni.

Giuseppe Balsamo


L’antieroe Simonini è un falsario, un assassino e un agente segreto, nonché appassionato gastronomo, misogino fino alla paranoia e nemico di gesuiti, massoni e soprattutto antisemita. La sua logica appare molto fluttuante tra varie ideologie, ma sempre tesa al personale arricchimento e a un orgoglio professionale persino nelle peggiori nefandezze che compie.




Un bel ripasso della storia, più o meno reale, per gli appassionati di Eco. Lo consiglio.






