Trama e recensione di “Il più grande fiore del mondo”, opera di José Saramago, edito da Feltrinelli.
Il più grande fiore del mondo è un breve racconto che il grande romanziere portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998, decide di dedicare ai lettori più giovani e che Feltrinelli pubblica nella collana Kids.
Per ammissione dello stesso scrittore, l’idea di scrivere per i bambini è sempre stata presente, ma mai realizzata, nella sua lunga carriera per l’intrinseca difficoltà di scrivere per i piccoli. Più che mai, è necessario dedicarsi con cura e attenzione alla ricerca delle parole semplici, non mediate e, nello stesso tempo, appassionanti ed evocative. Saramago ritiene allora di poter solo abbozzare una storia che altri svilupperanno per i piccoli lettori.
La semplice storia ci racconta di un bambino che vive in campagna, ama la natura e le lunghe passeggiate in cerca di avventure. Un giorno su una collina trova un fiore gettato via, sgualcito, quasi appassito, e decide di prendersene cura nonostante il ruscello sia distante, a valle, e portare l’acqua al fiore molto faticoso. Stanco, il bambino si addormenta sotto la pianta. Giunta la sera, i genitori sono disperati perché non riescono a trovare il figlio. Dopo una lunga ricerca, lo ritrovano adagiato in terra accanto al fiore che, nel frattempo, si è trasformato nel più grande del mondo.
Nell’edizione di Feltrinelli, la breve storia acquista i contorni delle illustrazioni di Emiliano Ponzi, che traducono in immagini la tensione verso la genuinità e la naturalezza che Saramago riteneva imprescindibili caratteristiche per le buone storie per bambini.
“Le storie per l’infanzia devono essere scritte con parole molto semplici, perché i bambini sono ancora piccoli, e quindi conoscono poche parole e non amano usare quelle complicate. Magari sapessi scrivere storie così, ma non sono mai stato capace di imparare, e mi dispiace. E poi, bisogna saper scegliere le parole, occorre un certo non so ché per raccontare, una maniera molto diretta e molto chiara, una pazienza infinita. E a me manca quanto meno la pazienza, cosa di cui chiedo scusa. Se avessi tutte queste qualità, potrei raccontare, nei particolari, una storia bellissima che un giorno ho inventato”… José Saramago