Sono ancora in esilio. Niente pc (tranne che per oggi), niente tv (come sempre), niente giornali (per scelta); giusto il tempo, ieri, di leggere un paio di notizie del 13 e del 14 agosto sul Corriere della Sera , comprato da un altro “esiliato”, per decidere che preferisco concentrarmi sulle psicopatologie estive delle famiglie italiane, e bere la sangria che i cugini sansostenesi amorevolmente portano in spiaggia, per festeggiare la presenza di amici e parenti.
Fotoritocchi, l’argomento di un trafiletto del corriere del 13 agosto. Ma in questo caso non si tratta di cosce allungate, seni resi piu’ sodi o imperfezioni dell’incarnato ad essere attenuate.
No. Da una foto, che ritrae i “membri” del governo israeliano, spariscono le donne: “Foto di gruppo del nuovo governo israeliano, al centro il premier Netanyahu e il Presidente Peres, dietro di loro le uniche due donne del gabinetto, Limor Livnat e Sofa Landver e intorno a corolla gli altri membri del governo. L’ immagine originale è dell’ aprile 2009 e rispecchia la formazione reale, ma il quotidiano Yated Neeman si ingegna a costruire una versione più accettabile dal suo pubblico in maggioranza ultraortodosso: i volti delle due signore vengono cancellati e al loro posto compaiono quelli di due maschietti. Mentre il settimanale Shaa Tova, di simili sentimenti, si limita più sbrigativamente a cancellarle. Tutto in onore degli ortodossi che non accettano donne al governo”.( fonte ma il giornale non è leggermente in ritardo?!)
Sempre dal Corriere del 14, stavolta: “La autorità sanitarie statunitensi hanno dato il via libera alla vendita negli Usa della cosiddetta pillola del quinto giorno, un “contraccettivo d’emergenza” simile alla pillola del giorno dopo, ma con un’efficacia di maggior durata. La pillola del giorno dopo, infatti, può essere presa entro 72 ore dal rapporto sessuale non protetto, ma la sua maggiore efficacia è nelle 24 ore immediatamente successive. Donne che hanno rapporti sessuali non protetti hanno circa una possibilità su 20 di rimanere incinta. Secondo quanto riportano gli studi di settore, con la pillola del giorno dopo il rischio si riduce a 1 su 40 e con quella del quinto giorno, a 1 su 50….
Dopo l’ok dell’Agenzia europea per il controllo sui farmaci (Ema), la richiesta di commercializzazione della pillola del quinto giorno dopo è da gennaio all’esame dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Quest’ultima «può prendere tempo, ma alla fine dovrà dare l’ok alla commercializzazione», spiega il farmacologo Silvio Garattini. Oggi la pillola è in commercio in Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna. «In quanto membro dell’Ema, anche l’Italia si è espressa a favore della commercializzazione del farmaco – ha spiegato Garattini – e di conseguenza è obbligata a dare il via libera alla commercializzazione». La procedura prevede che, nel caso in cui l’azienda presenti la richiesta di autorizzazione all’Aifa, ha diritto ad avere l’autorizzazione entro 90 giorni. Il via libera, osserva Garattini, «può ritardare, ma alla fine deve arrivare. …..A maggio il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha dichiarato che ogni decisione dell’Aifa «è stata sospesa in attesa del parere degli esperti» circa la sua sicurezza e compatibilità con la legge sull’aborto e la contraccezione. Una volta acquisita la valutazione della commissione tecnica-scientifica su questi due punti, il ministro ha dichiarato l’intenzione di chiedere un parere al Consiglio superiore di sanità. (fonte)”
Questa notizia diventerà il prossimo tormentone dei crociati antiabortisti, di sicuro, ed io mi sono stancata di ripetere continuamente cose ovvie, come ad esempio che la pillola del giorno dopo non è una pillola abortiva, ma è un anticoncezionale.
Riuscirà a salvarci il resto dell’Europa? “La laburista inglese Christine McCafferty ha presentato al Consiglio d’Europa una proposta contro “l’uso sregolato dell’obiezione di coscienza”. Il documento, già approvato dalla commissione Affari sociali, sanità, e famiglia dell’assemblea, sta suscitando l’allarme dei cattolici europei perché, come scrive Avvenire, vorrebbe stabilire “l’obbligo per il Servizio sanitario di fornire il trattamento desiderato a cui il paziente ha diritto nonostante l’obiezione di coscienza” del personale. La bozza di risoluzione sostiene la necessità di “bilanciare il diritto all’obiezione di coscienza con la responsabilità professionale e con il diritto di ogni paziente ad accedere tempestivamente a legittime cure mediche”. Il documento cita l’Italia come esempio di paese in cui un’obiezione di coscienza non regolata ha condotto a una riduzione del diritto della donna a ottenere un’interruzione di gravidanza.” ( fonte)
Gira e rigira si torna sempre alla “fonte”…qualcosa come quasi 5000 anni di patriarcato sostenuto dalla quasi totalità delle religioni, guarda caso.
Guarda caso, la cerimonia principale delle religioni patriarcali è quella in cui degli uomini fanno proprio il potere femminile della creazione, generando simbolicamente. Non c’è da meravigliarsi che i capi religiosi maschi ripetano cosi’ spesso che gli esseri umani sono nati nel peccato, perchè siamo stati generati da creature di sesso femminile. Non c’è da meravigliarsi che uomini in sottana spruzzino sulle nostre teste un surrogato del fluido natale, ci diano nuovi nomi e ci promettano la rinascita alla vita eterna. Non c’è da meravigliarsi che il clero tenti di tenere le donne lontane dall’altare, esattamente come le donne sono tenute lontane dal controllo del proprio potere riproduttivo.
Vuoi sul piano simbolico, vuoi nella realtà, tutto mira a dominare il potere che risiede nel corpo femminile (Gloria Steinem)
E qui chiudo, e sogno una sangria, possibilmente a Reykjavik.
(foto: opera di Maurizio Cattelan, fonte)