Su White Sposa di Settembre – the Lace issue – Enzo Miccio, nella sua rubrica “Ma come ti sposi?”, ci fornisce degli utilissimi consigli per utilizzare il pizzo nel matrimonio.
Carissime Amiche e prossime Spose,
eccoci ancora una volta insieme per parlare di tutti i dettagli organizzativi da definire perché il vostro Giorno del Sì sia perfetto!
Ho ricevuto tante lettere ed ho risposto a tutte con entusiasmo. In questo numero di questo bellissimo magazine che mi ospita, tratterò di un ever green: il pizzo nel matrimonio. Non c’è sposa dall’indole romantica che non scelga il pizzo nel convolare a nozze. Sinonimo di leggerezza e femminilità, il pizzo figura su decolletè, bustier, balze, fino a ricoprire interamente il wedding dress dandone un’eleganza timeless. Detto anche trina o merletto, il pizzo si divide in due categorie: quello realizzato con l’ago e quello al tombolo.
Le principali tipologie di pizzo sono:
Chantilly: proprio come la crema dall’omonimo nome, si tratta di un pizzo di seta leggerissimo.
Valenciennes: di orgine francese, è leggero e velato ed è tradizionalmente in lino, sebbene oggi il più usato sia in seta o cotone.
Rebrodè: è un tipo di lavorazione ed indica quel ricamo a rilievo che corre lungo il bordo del pizzo
Macramè: pizzo molto pesante e consistente, costituito da una serie di nodi e intrecci.
Sangallo: originario della Svizzera, propriamente di San Gallo è una lavorazione di tessuto a pizzo traforato realizzato in materiali quali il cotone, il lino oppure il rayon.
À jour: ricamo a traforo. Dal francese “a giorno” perché lascia passare la luce attraverso i fori. Questa lavorazione si ottiene togliendo alcuni fili dall’ordito del tessuto (più se ne tolgono, più è alto l’à jour).
I suggerimenti che vi darò, care Amiche, sono da usare con parsimonia. Non vorrete mica ricoprirvi di pizzi e merletti da capo a piedi… Come tutto esiste la misura e il buon gusto… usatelo!
Enzo Miccio
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IL PIZZO NEL VELO
Il pizzo è un elemento chiave negli accessori da sposa, soprattutto in quello che più la identifica: il velo. Che sia cap veil, blusher o sulle spalle, fino ad arrivare a strascichi di metri e metri, una bordatura di pizzo è quel tocco di raffinatezza che incornicia la silhouette della sposa.
Se l’abito è in pizzo, il velo sarà minimale fino al taglio vivo; all’opposto se l’abito è sobrio si può optare per un velo interamente in pizzo, sullo stile delle mantiglie spagnole… via di mezzo? Tulle oppure organza di seta con lunga bordura e/o con intarsi sparsi, spesso anche ricamati. Secondo il bon ton, è meglio evitare di indossarlo se la cerimonia si tiene in municipio o in caso di secondo matrimonio. Ancora oggi, in molte famiglie è tradizione tramandare il velo da sposa di madre in figlia, soprattutto se la proprietaria ha goduto di un felice matrimonio.
IL PIZZO NELLA MISE EN PLACE
Per mantenere il mood di romanticismo anche durante il wedding party, questo materiale prezioso può essere impiegato nella mise en place e per creare degli allestimenti suggestivi e romantici. A tavola, si può spaziare dalla tovaglia con applicazioni preziose in pizzo oppure optare per la sola bordura, richiamando il materiale prezioso sui tovaglioli, semplicemente annodandoli con un nastro in macramè.
IL PIZZO NELLA SCENOGRAFIA
Il tema pizzo può essere sviluppato anche su elementi della scenografia. D’effetto i vasi di cristallo avvolti da sottili ritagli di pizzo con all’interno bouquet di fiori o ancora vasetti portacandele foderati del prezioso merletto e sospesi tra i rami fioriti con nastri mossi dal vento.
SCARPA DI PIZZO
Il punto di forza di Cenerentola? La scarpetta… ecco allora che le vostre wedding shoes di ricoprono di prezioso pizzo, non solo double con satin, ma anche effetto see through se il pizzo è montato su crinolina.
ACCONCIATURA DI PIZZO
Di gran classe, un leggero accenno di pizzo tra i capelli, nell’acconciatura della sposa così da avere un’aria vintage e bon ton al tempo stesso.