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Il pm: Berlusconi colpevole, c'è la prova

Creato il 12 febbraio 2012 da Kris @zinfok
Il pm: Berlusconi colpevole, c'è la prova
Ecco un articolo di oggi del Sole 24 Ore:
Silvio Berlusconi è colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Sono le sei del pomeriggio quando il pubblico ministero Fabio De Pasquale pronuncia le parole che preludono alla richiesta di condanna per l'ex presidente del Consiglio, accusato di corruzione in atti giudiziari per aver pagato 600mila dollari all'avvocato inglese David Mills in cambio di testimonianze reticenti nei processi All Iberian e tangenti alla Guardia di finanza. «Per l'accusa – scandisce De Pasquale – è certo al di là di ogni ragionevole dubbio che questo denaro è un regalo di Silvio Berlusconi a David Mills» perché quest'ultimo «gli evitasse un mare di guai. Mills schermò Berlusconi, nascondendo l'origine della provvista. In un certo senso fece scomparire il cadavere».
A otto anni dall'inizio del processo, e dopo continue interruzioni dovute alle leggi ad personam, De Pasquale tira le fila nella sua requisitoria partendo dalla sentenza delle Sezioni unite della Cassazione che ha prosciolto Mills per intervenuta prescrizione del reato ma ha accolto le conclusioni dei processi di primo e secondo grado, in base ai quali l'avvocato inglese è stato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione. «C'è la prova della responsabilità di Berlusconi – dice il pm – e sta nella sentenza della Cassazione», che secondo l'articolo 238 bis del codice di procedura penale «non è solo un contenitore di materiali probatori ma è essa stessa una prova». Poi De Pasquale elenca i punti fermi della sentenza, che – ricorda – ha verificato «la sussistenza del reato di corruzione in atti giudiziari» di Mills. Parte da quello che definisce «il fulcro della reticenza di Mills», e cioè aver schermato la vera proprietà delle società del comparto B del gruppo Fininvest. «Il primo regalo di Berlusconi a Mills – prosegue De Pasquale – fu per aver tenuto lontano il gruppo Fininvest da Horizon», la società dove confluirono i proventi della vendita di Telepiù, il canale televisivo che Berlusconi non avrebbe potuto controllare in base alla legge Mammì. Tra Mills e Berlusconi – aggiunge il pm – ci sono due operazioni importanti: il cosiddetto «dividendo Horizon» e il «regalo di 600mila dollari, che si sviluppa in un coacervo di commistioni tra patrimoni di Mills e di Diego Attanasio in un'enorme lavatrice che prende il nome di studio Marrache», la società di Gibilterra che gestiva parte dei soldi amministrati dall'avvocato inglese.
Ma è sulla lettera di Mills al chartered accountant Bob Drennan che la requisitoria si sofferma. In quella missiva Mills riferiva di aver ricevuto i 600mila dollari per aver tenuto «mister B.» fuori da un mare di guai durante le sue testimonianze. De Pasquale esclude che «mister B.» sia l'ex manager Fininvest Paolo Bernasconi perché – scandisce – «Bernasconi è innocente». E afferma che quella lettera è «una confessione stragiudiziale», che Mills non immaginava sarebbe finita nelle mani delle autorità inglesi e italiane. «Le prove raccolte in questo dibattimento – osserva De Pasquale – sarebbero di per sé sufficienti» per stabilire la colpevolezza di Berlusconi, al di là della sentenza della Cassazione, anche perché – per il pm – la difesa non è riuscita a trovare «un alibi» se non ribadire la tesi che i soldi provenivano dall'armatore Attanasio.
De Pasquale parla per due ore e proseguirà la requisitoria mercoledì 15, ma sulla prossima udienza pesa un macigno lanciato dai difensori di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo secondo i quali «questo tribunale non è imparziale». Dopo che il tribunale aveva respinto la richiesta di ascoltare un'altra sessantina di testimoni e di leggere gli atti utilizzabili per la discussione («Una richiesta che mi riporta a 20 anni fa, quando nei processi di mafia era usato questo formalismo», ha detto De Pasquale), Ghedini e Longo hanno protestato: «Dovremo valutare se permangono le ragioni per la permanenza di questi difensori». Insomma, c'è il rischio che i legali rimettano il mandato al termine della requisitoria o che sia lo stesso Berlusconi a decidere di farlo causando un nuovo stop al processo. 

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