Il Po delle Befana

Creato il 06 gennaio 2013 da Mironseak
Appuntamento alla Diga della Loggia, alle porte di Torino, per le 10 di sabato mattina.
Il GPS non riconosce le strade sterrate e annuncia l'arrivo appena lasciamo la tangenziale.
Una stradina in terra battuta segue gli argini sopraelevati fino all'ansa del Po: in pochi secondi passiamo dalla civiltà industriale del Lingotto a quella contadina delle risaie. Siamo gli ultimi, ma arriviamo da più lontano e tutti sono pronti a perdonare i nostri 20 minuti di ritardo...
Una decina di canoisti hanno risposto all'appello di Toni e Beppe: chiamano il briefing davanti al tabellone del Parco del Po e precedendo le nostre domande lo riempiono di informazioni naturalistiche sul tratto torinese del fiume.

Toni, l'impareggiabile padrone di casa.

Mi sorprende scoprire che il Po è quasi interamente navigabile fino alla foce ma le sue sponde sono immerse nel nulla, lasciarle è quasi impossibile, Beppe la definisce a chiare lettere "un'impresa amazzonica".
Le sponde vicino alla diga sono basse, battute da pescatori e cacciatori: i primi si allontanano appena scarichiamo le barche dal tetto, forse intimiditi dalla nostra superiorità numerica, i secondo si sentono sparare in lontananza.
Siamo una bella flotta variegata: un kayak fluviale, uno marino ed uno groenlandese, tre canadesi da i colori vivaci di cui una, ribattezzata a ragion veduta lo "scaldabagno", sprofonda in acqua fino alla linea di galleggiamento perché deve sopportare il carico tutt'altro che lieve di ben tre membri d'equipaggio.

Le sponde spoglie del fiume e le barche colorate che scorrono al centro...

Toni è raggiante. La giornata di sole e temperature primaverili ci accompagna lungo le prime anse del fiume. Luisi gode le prime pagaiate a bordo della sua nuova canadese, una Old Town verde bottiglia che è una meraviglia. Livio non la smette di dargli suggerimenti su come attrezzarla, su cosa sistemare e su come issarla sull'auto senza rischiare un'ernia inguinale. Toni è passato dal kayak da mare alla canoa canadese con l'entusiasmo di un bambino che si ritrova a lasciare il triciclo per la sua prima bicicletta... Alle prime uscite è ancora titubante, ma affronta col sorriso sulle labbra questi primi 16 km e conoscendolo brucerà le tappe per ritrovarsi con l'intera famiglia in Canada ad attraversare i Grandi Laghi!

L'Epifania tutte le feste si porta via!

La sosta per il pranzo è sulla riva ciottolosa del laghetto di una cava dismessa.
E' un museo all'aria aperta di archeologia industriale: ci sono braccia meccaniche che spuntano dappertutto e lungo gli argini sono stati abbandonati dei lunghi nastri trasportatori galleggianti che sembrano ora, così sbilenchi ed arrugginiti, dei tralicci precipitati in acqua. L'arco alpino incorona il paesaggio: tra le cime innevate ne spicca una, più alta e appuntita delle altre. E' il Monviso, ci spiegano in coro i locali, giustamente orgogliosi del patrimonio ineguagliabile delle loro terre. Il suo profilo argentato ci tiene compagnia durante il pranzo, innaffiato di prosecco ed addolcito da torte al cioccolato.

L'ultima passione di Toni: barche sempre più grandi!

Prima di rientrare alla base, Toni ci porta alla scoperta dei piccoli segreti del laghetto, delle sue macchine macina-sassi e delle sue chiatte abbandonate: deve essere attirato dalle grandi imbarcazioni e forse non contento di essere già passato dal kayak alla canadese aspira ora ad una barca col timone. Per staccarlo dalla chiatta dobbiamo fargli notare quel sottile velo color vinaccia che con lunghe lingue limacciose ricopre la superficie dello specchio d'acqua. Non spira il benché minimo alito di vento e non sentiamo alcun cattivo odore ma tutti ci chiediamo cosa sarà mai quell'appiccicume che sta facendo annerire le chiglie delle nostre canoe. Beppe riempie una bottiglietta di quel liquido rosè: aspetteremo le analisi dell'Arpa.
Ce ne dimentichiamo appena Giorgio, che ci aspetta all'arrivo, stappa l'ennesima bottiglia di spumante e ci serve un bagagliaio pieno di pasticcini e salatini. Una giornata strepitosa che speriamo di ripetere ben prima della prossima Epifania!!!

Giorgio fa partire i festeggiamenti finali...

Last Saturday we went to Turin for a slow paddling along the Po River. Ten friends, three kayaks and three open canoes - one of them with three people on board. We paddled for just ten miles into the silence of the river, few miles out of the industrial city, enough to appreciate the wilderness of this part of the Po Natural Reserve. Toni was very happy due to his new green Old Town canoe. We had a break for lunch in a little artificial lake used in the past as a gravel pit: it is now a perfect place for an industrial archeological site and we spent some time exploring the old floating docks. After a chocolate cake and few glasses of wine, Toni was quite interested in the yellow barge: leave the kayak for the open canoe, maybe he wants to change a bigger boat! On the way back, we met another friend, Giorgio, who offered us more wine and a car trunk full of cookies. A perfect day, let's do it again before next Epiphany!  

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :