I Cani “Glamour” È uscito il nuovo disco de I Cani. Che poi al giorno d’oggi dire che un disco è uscito è alquanto anacronistico e quasi quasi potrebbe essere un buon tema per una canzone dei Cani. Che poi dire i Cani al plurale non è propriamente correttissimo, visto che più che una band vera e propria è il progetto individuale di tale Niccolò Contessa, romano de Roma. Comunque, com’è questo nuovo disco dei Cani, anzi del Cane? Dopo Il sorprendente album d’esordio de I Cani, a mancare qui è proprio l’effetto sorpresa, che rappresentava un buon 90%, facciamo anche un 99%, della forza di quel disco. Il poco sorprendente secondo album de I Cani suona pressappoco come il primo, soltanto un po’ più rock e un po’ più suonato, e un po’ meno hipster electro oh yeah. Suona anche più prodotto e meno indie. I Cani allora si sono venduti? Sono diventati commerciali? Adesso passeranno anche su Radio Deejay One Nation One Station? Non credo. I Cani hanno continuato a proseguire sulla stessa strada del lavoro precedente e qui sta anche il limite principale del nuovo disco. Scappato via di casa l’effetto sorpresa, restano delle canzoncine indie-rock oggi meno indie e più rock che in passato, bruttine a livello musicale e in cui la cosa più interessante sono sempre i testi. Come per Vasco Brondi e le sue Luci della centrale elettrica, anche Niccolò Contessa ha ormai definito uno “stile canino” (non intendo Alessandro Canino, non è caduto così in basso) immediatamente riconoscibile. Con la differenza non da poco che Le luci della centrale elettrica avevano tirato fuori un secondo album al livello del primo, o quasi.
Dopo l’ormai famigerata “Wes Anderson” e le numerose citazioni presenti sul disco numero 1, non mancano pure in questo secondo album de I Cani vari riferimenti, tutti più o meno hipster e radical-chic, da WhatsApp fino a Vera Nabokov, ché dedicare un pezzo al marito Vladimir sarebbe stato troppo scontato, dal Premio Tenco a Thurston Moore, passando per Pasolini e Jay-Z, Pasolini e Jay-Z, Pasolini e Jay-Z, ok, l'abbiamo capito: Pasolini e Jay-Z. Più che un disco Glamour, un disco hipster. Il problema, oltre alla mancanza dell'effetto sorpresa e dell'affiorare di una certa maniera, cosa al secondo disco un pochino prematura, è che I Cani ormai sono troppo famosi e quindi è ora di sparare a zero su di loro. Già c’era chi gli sparava addosso ai tempi del sorprendente album d’esordio, figuriamoci adesso che hanno tirato fuori un dischetto mediocre. Oggi come oggi non c’è davvero niente di più hipster che dire: “A me I Cani stanno sui coglioni.” Attenti a farlo. I Cani saranno anche famosi tra gli hipster e altri quattro
Potete ascoltarvi tutto il disco su Spotify che fa molto ma molto hipster.