Magazine Cultura

Il poeta del ghetto di Varsavia, che leggeva ai morti

Creato il 19 marzo 2013 da Paciampi
Il poeta del ghetto di Varsavia, che leggeva ai mortiSfoglio e riordino le mie poesie scritte per coloro che non ci sono più. Le ho lette un tempo, a persone vive, calde, e credevo che saremmo sopravvissuti, speravo nella fine, nel domani, nella vendetta, nella gioia e nella ricostruzione.
Leggete.
E' la nostra storia.
E' ciò che leggevo ai morti.
Che brivido, leggere Cosa leggevo ai morti, libro esile per pagine immenso per contenuti che contiene poesie e prose di Wladyslaw Szlengel, uno di quei poeti dal nome impronunciabile che hanno fatto grande la letteratura di Polonia. Con una particolarità che è una stretta al cuore: la voce di Szlengel arriva dal ghetto di Varsavia, è poesia scritta e letta nei giorni dell'orrore nazista, per uomini e donne che probabilmente non vedranno il domani.
Poesia di un poeta che non arriverà alla liberazione, che sarà tra i sommersi. Poesia di un poeta che vede sparire uno a uno i suoi lettori. Poesia di un poeta che sa che finirà così, come fa a non aspettarselo, ma che in ogni caso non rinuncia ai suoi versi, anzi, a maggior ragione: e non perché conti su una gloria postuma, sul lettore del domani, ma perchè è proprio il lettore di oggi che conta.
Il lettore del ghetto. Il lettore che condivide la sua stessa sorte. Il lettore che forse nella parola troverà se non un senso, se non una speranza, il grido estremo della vita.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :