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Il poeta e l'alchimista. Kiefer vs Vedova

Creato il 08 settembre 2011 da Robertavanali @roberta_vanali
Stratificazione materica e memoria storica come punti di contatto nell’accostamento voluto dalla Fondazione Vedova che vede il ciclo ...in continuum di Emilio Vedova, nell’ex studio sulle Zattere, a confronto con il site specific Salt of the Eart di Anselm Kiefer, nel restaurato Magazzino del Sale. A Venezia fino al 30 novembreIl poeta e l'alchimista. Kiefer vs VedovaUn’opera d’arte totale che invade lo spazio e lo modifica. Un accumulo di memorie, di immagini mutevoli metafora della precarietà dell’esistenza e dell’operare artistico, tale vuole essere il ciclo pittorico senza inizio né fine concepito nell’arco di un anno (1987/88) da Emilio Vedova. Un progetto in continuum articolato in 109 tele dove memorie trasversali scorrono in un flusso irrefrenabile susseguendosi come frame filmici nonostante ogni opera mantenga la propria autonomia.Il poeta e l'alchimista. Kiefer vs VedovaSono immagini impetuose e dirompenti che sfruttano la drammaticità del bianco e nero per intrecciarsi e sovrapporsi, amalgamare sedimenti del passato e avvenimenti del presente che affiorano violentemente tra accentuati contrasti. E’ una pittura evocata che s’impone come energia pura, s’insinua e deflagra in forme mutevoli e universali condizionando tutto ciò che incontra e ponendosi in continuum non solo con se stessa ma anche con lo spazio circostante. Con un modus operandi condizionato da una matrice che imprime i non colori sulla tela sulla quale l’artista è intervenuto alla “cieca” dal retro. Il risultato è una tessitura di segni brulicanti che accumulano e stratificano materia pittorica in un continuo espandersi. Un tutt’uno imponente e drammatico che ingloba storia passata e presente. Il poeta e l'alchimista. Kiefer vs VedovaCosì come avviene nel progetto di Anselm Kiefer, opera corale incentrata sulla memoria dove realtà e mito si fondono. E dove appare d’obbligo oltrepassare i diversi stadi di mutazione, attraverso procedimenti simbolici, per spingersi verso zone della coscienza inaspettate. Perciò si serve di alchimia e cabala - attingendo al pensiero neoplatonico e ai testi mistici - per scandagliare l’eterno ciclo dell’esistenza, scrutare antichi saperi che siano in grado di ricondurre l’uomo ad un ragionevole equilibrio con la natura. Mettere in atto allegorie contraddittorie e simboli ambivalenti che raccontino la storia universale, purifichino il passato della Germania e favoriscano la rinascita spirituale dell’umanità.Il poeta e l'alchimista. Kiefer vs VedovaSalt of the Earth si focalizza sulla componente alchemica che vede protagonista il piombo - collocato nel livello più basso del processo di trasformazione dell’oro - immancabile per la mutazione dallo stato liquido a quello solido, nonchè metafora di un tentativo di ascesa eterno in quanto ha un inizio ma non una fine. Il principio del processo è Athanor, la fornace che custodisce il fuoco eterno che brucia e purifica, scioglie l’umidità e la trasforma in sale per confluire nella seconda e imponente installazione Salt of the Earth risultato del processo di purificazione mediante l’elettrolisi che ossida e ricopre le lastre disposte come panni stesi ad asciugare. Chiude la trilogia Arche, il triangolo iniziatico simbolo delle tre formule alchemiche ma anche strumento di fusione tra passato e presente. Un processo inconcluso fatto di rimandi visivi e spaziali che apre le porte ad altri mondi. Possibili e impossibili.

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