Porto Ceresio (VA) - sarà inaugurata sabato 28 aprile, alle 17.00, presso lo spazio polifunzionale della biblioteca comunale , la bipersonale di Bruno Beccaria e Carlo Proverbio, visitabile fino al 6 maggio. La mostra, incentrata su due ricerche stilistiche apparentemente distanti, intende portare all’attenzione dello spettatore le differenze, ma anche le analogie, che caratterizzano i percorsi artistici che eleggono la Natura come propria primaria fonte di ispirazione. L’Arte è la mediatrice e riconciliatrice di uomo e natura; è dunque il potere di umanizzare la natura, di infondere pensieri, passioni e stati d’animo in tutto ciò che è oggetto di contemplazione. Intesa non come semplice oggetto di osservazione ma come riflesso del trascendente nella realtà concreta, la natura assume la valenza di uno spazio interiore, da indagare soggettivamente. Parlare di Natura, oggi, sembra comportare qualcosa di anacronistico, di superato, di dimenticato; eppure è il nostro spazio vitale e quindi l’entità verso cui, istintivamente, rivolgiamo la nostra attenzione. Dalle opere di Carlo Proverbio traspaiono le profonde emozioni create dalle suggestioni dei paesaggi, ed in particolare degli alberi, elementi naturali semplici che diventano poesia, versi mutevoli scanditi dal trascorrere delle stagioni e dai diversi momenti della giornata. Dimostrando un notevole e appassionato sperimentalismo, negli anni si è cimentato con le tecniche più diverse, dal disegno all’acquerello, all’acrilico e all’olio, lavorando per cicli tematici che si sono succeduti con coerenza e naturalezza. Sorretto dalla volontà di portare alla luce esperienze e riflessioni sulla condizione umana, raffigura scene e soggetti di grande armonia e piacevolezza estetica che, ad uno sguardo più attento, talvolta rivelano inquietudini esistenziali, solitudini e silenzi in cui è necessario perdersi per ritrovare se stessi. Nelle opere di Proverbio il tempo è dilatato tanto da apparire quasi assente, tutto appare sospeso in un’atmosfera metafisica che affascina per la sua irrealtà e per la sensazione, che riesce a trasmettere, di valicare i confini della realtà per accedere al mondo dell’Ideale e del Meraviglioso. Di pura fantasia sono i disegni a sanguigna che saranno esposti accanto ai paesaggi; ispirati a raffinate similitudini tra l’uomo e la natura (“Cuore di castagno”, “Smorfia di larice”, “Calma di tiglio”) riprendono un tema caro all’artista, già affrontato negli anni Settanta e Ottanta nel corso del suo periodo “surrealista”: l’antropomorfismo. Fantasia, delicatezza dell’animo e una sottile ironia danno vita a personaggi curiosi e accattivanti, descritti in chiaroscuro con cura e dovizia di particolari, che svelano virtù e sentimenti tipicamente umani. “Il letto di Ulisse”, ispirato al poema omerico, racchiude in sé molti dei temi cari all’artista: il piacere provato al cospetto del corpo femminile e delle forme dell’albero, l’amore, l’inquietudine dell’attesa e il senso di solitudine di chi attende risposte e certezze. La ricerca di Bruno Beccaria appare diametralmente opposta: nelle sue ampie tele tutto è un’esuberanza di colori, di gesti, di emozioni non stemperate dal ricordo e dalla loro valutazione razionale. Il disegno scompare per lasciare la materia pittorica libera di esprimersi autonomamente. La scena a cui assistiamo è qui, è ora, e porta con sé sensazioni fisiche, tattili, visive e sonore, perchè la vivacità dei contrasti è tale da riportare alla mente ricordi vividi, come il fruscio dei rami mossi dal vento o dei nostri passi su un sentiero nel bosco. Anche il suo percorso è strettamente legato alla Natura e sarebbe riduttivo inserirlo tra le tante correnti informali e gestuali. Dei suoi inizi figurativi rimangono la grande attenzione per la luce, il senso della prospettiva e della profondità di campo, oltre alla cura per una costruzione compositiva equilibrata; su questi principi Beccaria ha impostato un discorso autonomo e originale focalizzando l’attenzione su un dettaglio, infinitamente piccolo, dello spazio che intendeva rappresentare e intervenendo su di esso con estrema libertà immaginativa. Un filo d’erba, un intreccio di rami o il riflesso di un raggio di sole sul ghiaccio, ma anche il colore dei fiori o delle foglie, diventano così lo spunto per una ricerca che, certamente, è materica e gestuale, ma trae dichiaratamente spunto da uno spazio fisico, conosciuto e amato, non da un’idea o dalla pura sperimentazione tecnica. I suoi quadri comunicano un’energia dirompente, in continuo movimento, che porta l’occhio a percorrere una linea leggera tracciata dal pennello, a sostare su un’increspatura di colore, ad accarezzare una stratificazione stesa pazientemente dall’artista, per poi osservare i segni e i graffi scalfiti nell’acrilico ancora fresco. Un racconto appassionato, a tratti concitato ma non per questo privo di intensità poetica, della suggestione che la Natura è da sempre capace di esercitare sull’animo umano.
Bruno Beccaria nato a Varese nel 1961 ebbe in dono il suo primo cavalletto a soli 10 anni. Autodidatta, ama definirsi “Accademico dell’Immaginario”. I primi anni presenta opere figurative di stile accademico, soggetti immediati e di facile lettura, ma la risposta che cerca non è ancora arrivata; nel 1984 la svolta decisiva: abbandonato l’accademismo per uno stile unico e personale, decide di esprimere nei dipinti i propri stati d’animo solo con i colori. Nasce così NATURAMOSSA, il progetto di Beccaria che prende a soggetto l’immagine più vitale del paesaggio prealpino in cui l’artista ama perdersi, ovvero l’erba mossa dal vento. La sua speranza è che con le grandi tele colorate libere da ogni vincolo e regola pittorica , possa arrivare a tutti l’augurio per un futuro senza confini. Numerose le esposizioni personali e collettive. Sito personale: www.naturamossa.it
Carlo Proverbio nato a Cerro Maggiore (Mi) nel 1948, diplomatosi geometra trascorre la vita lavorativa alla “F.Tosi ” di Legnano; dal 1979 risiede ed opera ad Arcisate (VA). L’amore e la passione per il disegno e la pittura lo conducono sedicenne ad iscriversi ad un Corso dell’”Accademia Artisti Associati”, diventando poi allievo delle scultore A. Frattini. Una delle sue prime realizzazioni è una pala raffigurante la “Crocefissione” per l’altare maggiore della Chiesa dei Frati Cappuccini di Varese. Nel suo percorso artistico è protagonista di numerose mostre personali, collettive ed estemporanee. Aderisce al gruppo degli Artisti della “Pro Loco Varese” e a quello degli “Artisti del Sacro Monte”, coi quali collabora attivamente. Due sono gli esempi di opere pubbliche realizzate: la prima è composta da due pannelli “Crocefissione” e “Cristo in Gloria” eseguita in acrilico, collocata nella cappella ai piedi della salita per la Collegiata di San Vittore ad Arcisate; l’altra, una “Madonna con Bambino” posta in una nicchia sulla parete di una casa all’angolo tra via Verdi e via Matteotti, proprio nel centro di Arcisate. Attualmente insegna disegno presso le sedi del S.O.M.S di Brenno Useria e Viggiù.
Inaugurazione: sabato 28 aprile, ore 17.00; Durata: dal 28 aprile al 6 maggio 2012; Sede: SALA POLIFUNZIONALE della Biblioteca Comunale, Piazzale Luraschi – Porto Ceresio (VA); Orari: Sabato, Domenica e 1 Maggio: 10.00 – 12.30 / 14.00 – 20.3o, da Lunedì A Venerdì: 14.00 – 20.30; Ingresso Libero; Info: ">
Tags: Biblioteca comunale, Bruno Beccaria, lombardia, natura, naturamossa, pittura, Porto Ceresio, sperimentalismo, Varese
This entry was posted on 17/04/2012 at 23:24 and is filed under Artisti, Mostre. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.