In tempi di crisi, il revival è sempre più in auge.
Dal 25 Giugno al 5 Settembre 2010 al Museo di Roma in Trastevere la mostra “Cinema di Piombo. Cento manifesti del poliziesco italiano anni Settanta”: esposizione documentaria su quella particolare stagione della cinematografia italiana conosciuta come poliziesco italiano degli anni Settanta. E’ possibile ammirare una collezione di 90 titoli per un totale di 105 immagini declinate in formati diversi (locandine, foto buste, manifesti).
Come recita Wikipedia, “il poliziottesco, conosciuto anche come poliziesco all’italiana, è stato un genere cinematografico in voga fra gli anni settanta e i primi ottanta del Novecento, la cui tematica è basata su indagini poliziesche che prendono sovente spunto da fatti di cronaca nera dell’epoca, sviluppandoli in chiave enfatica, demagogica…” .
Il via fu dato dall’enorme successo al botteghino de La polizia ringrazia (1972, il solo film firmato dal famoso Steno col suo vero nome, Stefano Vanzina) e Roma violenta di Franco Martinelli (Marino Girolami, 1975): da allora in poi non si contano i titoli che invasero i nostri schermi, spesso ripetitivi per forma e contenuto.
Ritmo adrenalinico, tono crudo della narrazione, molta violenza, tendenza allo splatter, più noir che thriller, descrizione della realtà metropolitana cinica e degradata… Esaltazione del poliziotto visto più come giustiziere e vendicatore che come difensore dell’ordine, un eroe anarcoide e anticonformista, incorruttibile ma portato a non rispettare le regole (giudicate puro impedimento), spesso razzista e disposto a tutto per abbattere la delinquenza. Queste le principali caratteristiche del genere che ebbe grande riscontro presso il pubblico ma che la critica del tempo bollò come produzione di serie B, rozza e reazionaria, tendente a sfruttare le paure più o meno confessate dei «benpensanti» medio-borghesi esaltanti l’«ordine e legalità» a senso unico (basti pensare ai titoli, quasi tutti ammiccanti… Milano trema: la polizia vuole giustizia, Napoli violenta, Milano violenta, La polizia ringrazia, La polizia è sconfitta, La polizia incrimina la legge assolve, Il cittadino si ribella, L’uomo della strada fa giustizia, L’unica legge in cui credo, Paura in città, Milano difendersi o morire, Milano odia: la polizia non può sparare…). Un’intera produzione (che all’epoca molti etichettarono «fascista») che contrapponeva il decisionismo degli agenti al rispetto del codice della magistratura (e naturalmente le simpatie andavano al primo).
Tecnicamente spesso ben realizzati (le maestranze di Cinecittà erano famose in tutto il mondo per la loro bravura) questi film hanno visto la partecipazione di attori prestigiosi dello spettacolo italiano (Gian Maria Volonté, Salvo Randone, Enrico Maria Salerno, Franco Nero, Raf Vallone, Claudio Gora, Mariangela Melato, Vittorio Caprioli, Riccardo Cucciolla, Giovanna Ralli, Tomas Milian, Fabio Testi, Giuliano Gemma…) nonché di nomi illustri del cinema hollywoodiano (Joseph Cotten, Lee G. Cobb, Van Johnson, Martin Balsam, Telly Savalas, Richard Conte, Mel Ferrer, Arthur Kennedy, Jack Palance…).