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Il pollo della mi mà e le tessere di un puzzle

Da Saramartina21
La mi mà era una donna alquanto bizzarra,con una vena di follia che l'accompagnava in tutte le vicende della sua vita.Mezza umbra e mezza toscana con un accento che in base al concetto che voleva esprimere virava da una regione all'altra.Tosta,come solo le contadine sanno essere,scanzonata e sempre di buonumore.Non si faceva mai particolari problemi .Mitica e rimasta negli annali della famiglia la sua espressione al ritorno dalla guerra del mio futuro papà.Ehm..piccolo particolare.Erano promessi sposi.La guerra li aveva divisi...ma mio papà aveva ben pensato di prolungare l'evento bellico fermandosi due anni in più in Sicilia,trattenuto da femminei affari (anche lui non scherzava a follia).Quando nel '47 si decise a tornare trovò mia mamma al lavoro nei campi.Lei lo guardò(era stata informata dei suoi intrallazzi) e gli disse:"Hai finito di fare lo scionchio?" (che tradotto dall'umbro suona più o meno:hai finito di fare l'imbecille?).Cosi semplicemente,senza scenate.Due mesi dopo convolarono a nozze.E a chi le chiedeva il perchè di un mancato calcio nella terga di mio papà lei rispondeva:"E l'era troppo ganzo,deh"
Tre figli il frutto della loro unione.Poi la menopausa e dei disturbi strani.Di antica memoria ma non comprensibili vista l'età.Visita,responso:tumore all'utero.
Mai tumore fu più dolce:ero semplicemente io.I dottori aprirono e richiusero.Scherzo della menopausa che accelerò il ritmo di una famiglia che non si aspettava certo una new-entry.Ventidue anni di differenza dal primo fratello e quindici dall'ultimo.Divenni la bambolina di tutti,in primo luogo della mi mà.Vestiti,giochi e tanto amore.Ma tutto con estremo rigore e con l'eterna voglia di sganasciarsi dalle risate che la contraddistingueva.Non mi ha mai tenuto avvolta in una prigione d'oro.Anzi.Ogni occasione di rodaggio del mio carattere la prendeva al volo,anche la più dura.Pronta col fazzoletto ad asciugare le mie lacrime e a coccolarmi,ma non mi evitava nulla.Non mi chiamava amore ,tesoro ma strollica.Cioè strega.Ho reso l'idea? ^_^.Vi ho già detto che era una contadina bella tosta.Anticlericale,comunista sfegatata,quando ancora l'ideologia forgiava l'anima e l'educava (n.b. mio papà era di destra.Potete immaginare le liti?).
Il suo anticlericalismo non la trattenne dal farmi frequentare una scuola privata retta da delle suore.Fece buon viso a cattivo gioco.Era la scuola migliore del paese e lei per me pretendeva il meglio.Quindi abbozzò.
certo.Ma anche no.Non rinunciò ai suoi scherzi "da prete" nemmeno nei loro confronti,perchè "a me mi garba in codesta maniera,maremma bucaiola".Il problema è che i suoi scherzi passavano attraverso me.
Un giorno tornai dall'asilo con un compito.Avremmo dovuto risolvere un indovinello.
"Indovina,indovinello,chi fa l'uovo nel cestello?"
"Mamma,la gallina"
"Deh,'o che tu sei citrulla?'un si dice in codesta maniera.Il gatto!"
"Come il gatto?ma non le fa le uova!"
"Maremma bucaiola,o che tu non credi alla tu' mamma?"
Ecco.Il giorno dopo andai all'asilo dicendo la risposta suggeritami dalla mamma.La madre superiora(pensando ad una sonora presa in giro) si incXXXX cosi tanto che mi misero fuori alla classe.
Mia mamma se la rise di brutto al pensiero di averle fatte incacchiare e in merito alla mia oretta passata fuori dalla classe a pensare alla mia birichinata non si scompose:"O bischera,hai preso un pò d'aria no,'i che tu ti lamenti?"
Ecco,questa era la mi mà.Forte ma tenera.scanzonata ma attenta.L'amore per noi aveva coma valvola di sfogo la cucina.C'era sempre un dolcetto,un ciambellone pronto in tavola.E le domeniche passate a tirar di sfoglia,cantando "O bella ciao".Con la caffettiera gigantesca sempre pronta sul fuoco perchè casa mia era un porto di mare.Perchè metteva allegria e tutti adoravano godere della sua presenza.
Quando se ne è andata(avevo dieci anni) ha lasciato un vuoto incolmabile.Ma nonostante la mia tenera età mi ha lasciato una grande eredità:la forza.Forza che lei aveva tirato fuori e coltivato in me in ogni maniera.Forse se lo sentiva,forse l'istinto di madre mah....mi ha dato le basi per affrontare a testa alta una vita certo non facile.
Bando alle tristezze,questo è il suo mitico pollo!Tutto home made!(il suo)
Usciva nell'aia,tirava il collo (non vi scandalizzate,siamo nel cuore dell'Umbria rurale) alla gallina di turno,andava nell'orto e pigliava quello che c'era e lo cucinava.Condizione assoluta:il finocchietto selvatico.
Non posso darvi le dosi perchè è un piatto che più casalingo non si può.Mi piaceva regalarvelo,senza retorica o discorsi pomposi.Solo con dei piccoli puzzle di ricordi.Ciao belle!!!
Pollo della mi mà
Pollo (come vi garba:a pezzi,cosce,petto a tocchetti)
prosciutto crudo a tocchetti
olio
1 bicchiere di vino bianco
alloro 
finocchietto selvatico 
olive
aglio
concentrato di pomodoro
origano
rosmarino
maggiorana
1 foglia di salvia
Mettete in una padella il prosciutto crudo a rosolare.Unite le cosce di pollo e fategli prendere colore.
A questo punto unite gli spicchi di aglio,le spezie,le olive e un bicchiere di vino bianco.fate sfumare e aggiungete 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro sciolto in un pò di acqua e portate a cottura,aggiungendo mano mano dell'acqua per garantirvi un'abbondante salsina per accompagnare il pollo.Alla fine della cottura,togliete le olive,il pollo e passate il fondo di cottura rimanente e versatelo cosi,senza grumi sul pollo stesso.
Il pollo della mi mà e le tessere di un puzzle

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