Nelle interpretazioni fornite all'opinione pubblica in questi giorni, si parla spesso di un "popolo turco" che si sarebbe sollevato contro un "regime autoritario". Ora, innanzitutto in Turchia non c'è nessun "regime autoritario": perché esistono libere elezioni, attraverso le quali i cittadini turchi possono scegliere da chi farsi governare e amministrare (anche se la democrazia turca, in questa fase, è poco avanzata e poco liberale: una democrazia incompiuta); soprattuto, a essere scesi in piazza sono alcuni settori sociali e politici: ma l'elettorato dell'Akp - a parte l'accoglienza a Erdoğan di ritorno dalla Tunisia, proprio in questo momento all'aeroporto di Ankara - è stato invitato a rimanere a casa, mentre i curdi non hanno appoggiato se non a titolo individuale e in modo sporadico le proteste.
La notizia è: ci saranno due grande manifestazioni "di unità e solidarietà" organizzate dal partito, il 15 ad Ankara e il 16 a Istanbul; e anche chi c'andrà è "popolo turco", no?
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