Il populismo di Beppe Grillo

Creato il 12 settembre 2012 da Gaetano61

Tutti sappiamo che il fenomeno Beppe Grillo è la conseguenza del divorzio tra la politica e i cittadini: partiti  sempre più "personali" in cui la classe dirigente viene scelta sulla base del grado di fedeltà al leader fondatore (anche se la positiva scelta del metodo delle elezioni primarie introdotta dal Pd non viene sufficientemente messa in evidenza dai media), parlamentari eletti su liste bloccate secondo il famigerato porcellum, persone con precedenti penali o con inchieste giudiziarie pendenti tranquillamente seduti in Parlamento, stipendi spropositati (in senso assoluto e tenendo conto dei sacrifici richiesti ai cittadini nell'attuale congiuntura) elargiti a chi ricopre cariche elettive, aspetto pletorico degli organi rappresentativi. A tutto questo, Grillo ha dato  una rappresentanza creando il MoVimento Cinque stelle e solo questo fatto, al di là del giudizio che ciascuno può dare nel merito delle posizioni, è salutare per la vita di una democrazia. Ma appena si cerca di approfondire la vera natura del MoVimento di Grillo, qualcosa inizia a scricchiolare anche dal punto di vista della risposta che l'M5S avrebbe voluto dare al moto di contestazione della cosiddetta "casta". Leggendo, infatti, il "Non Statuto" disponibile in rete, apprendiamo (art. 1) che l'M5S è una “non Associazione”, definito come "una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it". Grillo è il titolare del diritto d'uso del simbolo, la sede del movimento non è fisica, ma virtuale, all'indirizzo web del blog (art. 2). Il web è lo strumento centrale (unico) in tema di "adesione al Movimento 5 Stelle, consultazione, deliberazione, decisione ed elezione" (art.4). Nello stesso articolo, all'ultimo comma, si legge: 
"" Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.""
Volendo contestare l'assenza di democrazia nella vita interna dei partiti esistenti - strutturati come associazioni - Grillo e Casaleggio hanno creato un movimento che rifiuta i caratteri dell'associazione e le conseguenti interposizioni degli organi chiamati a prendere le decisioni o selezionare la classe dirigente, in favore di una democrazia diretta, fondata sulle dinamiche proprie del web. All'apparenza sembra un passo in avanti per una estensione della democrazia, mentre nella sostanza, secondo me, l'estrema fluidità della "rete" (pur non negando il valore aggiunto che la comunicazione sul web può dare alla vita politica),  finisce per affidare al leader-fondatore del MoVimento - "organo" ben individuato e individuabile e, in fin dei conti, l'unico (organo) esistente  - le chiavi reali dei "Cinque Stelle". E se vogliamo definire in una parola tutto ciò, quella parola èpopulismo Per rendersi conto, poi, del peso del parere di Grillo e, più nascosto, di Casaleggio, nelle scelte sia dei contenuti sia delle persone chiamate a rivestire ruoli pubblici, compresa la scelta sulla loro permanenza nel movimento con un semplice click del mouse, basta leggere le cronache di queste settimane.

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