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Milano è una città che, dal punto di vista della ristorazione, offre quasi ogni tipo di scelta. Non è a livello di Londra o Parigi come varietà di proposte, ma molto spesso la qualità è alta, anche se ogni tanto si corre il rischio di vedere abbinati prezzi alti e robaccia alla moda. Si sa, Milano guarda all’apparenza molto spesso e basta che un locale (uno nei pressi della stazione Centrale ne è esempio palese) sia frequentato da quattro ragazzotti che giocano al calcio o quattro sgallettate e diventa vip (sic!), ma la qualità lascia a desiderare.
Tutto questo non si può dire e scrivere per L’angolo di casa, a pochi passi da Porta Venezia, locale che non disdegna la visita di qualche calciatore o modaiolo, ma che mantiene una solidità di base che fa della freschezza della materia prime, della scelta accurata di prodotti validi, compresi i vini, la bandiera di un risultato globale che fa la differenza.
Il deus ex machina del ristorante, ricercato e attento nell’arredamento, ma spontaneo e tutto sommato semplice nella gestione è Angelo Roccavilla, quarantenne, un ottimo curriculum alle spalle, sorridente e cordiale, coadiuvato dalla moglie e da Sergio che si muove sornione e generoso in sala, e ha scelto appunto la qualità, giocando anche sulla carta dell’atmosfera familiare ma mai invadente.
Il pesce è il protagonista , dai crudi magnifici e freschissimi al piatto da Oscar, il puré di fave con calamaretti croccanti. Consigliamo questo posto dove andare per trovare un momento di piacere culinario, in un ambiente caldo che ti sa cullare senza esagerazioni.
C’è anche qualche buon piatto di terra e dolci da leccarsi i baffi, con la nota finale di un gelato che smuove le montagne dalla bontà.
Cosa aggiungere: solo che se la proprietà non si farà prendere dal “modaiolo alla milanese”, il locale potrà crescere, con sempre maggiori soddisfazioni.
Mauro Pecchenino