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Il potenziale mostro della porta accanto (della serie: le sfighe non capitano mai sole)

Creato il 31 ottobre 2011 da Taccodieci @Taccodieci
Il potenziale mostro della porta accanto (della serie: le sfighe non capitano mai sole)
Non chiedetemi come mai, ma quando, al sabato mattina, FF va a boxe, io mi sento ispirata.
La sensazione che il mattino abbia l'oro in bocca è palpabile (o forse è solo la consapevolezza, e spero a questo punto seriamente che sia vero che FF non legge mai questo blog, che senza FF in casa riesco a sbrigare le pulizie in molto meno tempo), per cui mi alzo di buon mattino e... inizio a pulire casa da cima a fondo.
Ecco quindi che sabato mattina mi alzo con una voglia di pulire che mi ammazzo, non metto nemmeno una tuta, rimango in pigiama ed inizio a spolverare. La sequenza corretta è: spolvero, pulisco la scala, passo l'apirapolvere, inizio a tirare giù tutti i santi perchè l'aspirapolvere va pulita, passo il mocio, pulisco i bagni, nel frattempo faccio qualche lavatrice, la stendo, ne preparo altre, riordino i vestiti di una settimana lasciati a marcire su di una poltrona in una stanza che non usiamo mai, mi arrabbio terribilmente per questo, passo il mocio, risistemo i tappeti e, se proprio ce n'è bisogno, passo il mocio anche sulla terrazza. Come ciliegina sulla torta, talvolta mi diletto a pulire i vetri.
Sì, il sabato mattina in casa Redaz è decisamente impegnativo.
Arrivo alla fase del mocio ormai ridotta ad un livello di devastazione impensabile: sto sudando come una lottatrice di sumo alla maratona di New York ed i miei capelli sono il ground zero delle acconciature. Passando davanti allo specchio del bagno, con il mocio appena riempito di detersivo ed un goccio di candeggina, giusto per igienizzare, faccio appena in tempo a scorgere quanto sia pallida ed emaciata, come si notino sul viso di una trentenne i segni di una precedente seratona e... mamma mia, povera me!
Con il mocio in mano entro nel soggiorno, appoggio il secchio al pavimento ed inizio a lavare. Finisco la zone vicino al secchio, quindi infilo il mocio nel secchio stesso, afferro saldamente il manico, alzo il secchio e... ommmerdaaa!!!
Il manico del mocio si stacca e tutta (dico TUTTA) l'acqua mista a candeggina e detersivo si spatafascia sul pavimento, inondandolo di schiuma.
Come una pazza realizzo immediatamente che se l'acqua dovesse raggiungere il divano ed infilarsi sotto i mobili sarebbe la fine, peggio ancora di quella volta in cui una lucertola entrò in casa e dovetti cacciarla da sotto il mobile usando il phon. Mi avvento col mocio sull'acqua, che (promemoria per me: far causa al costruttore o ad Einstein per la sua stupida legge della gravitazione universale che, è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutti i pori) a causa di qualche imperfezione del pavimento, guarda caso viene attirata proprio sotto al divano! Cerco disperatamente di non farla andare sotto a nulla e, con somma fortuna, udite udite: ce la faccio! Al termine di minuti angoscianti di lotta contro la massa d'acqua e detersivo, riesco a domare la belva a colpi di mocio ed a ricacciarla da dove è venuta: nel secchio.
Tiè, lurida bastarda!
Sudata all'ennesima potenza raccolto col mocio l'ultima acqua e, camminando a ritroso come i gamberi per non calpestare il pavimento bagnato, mi ritrovo in terrazza.
Pavimento bagnato, io confinata in terrazza senza poter rientrare in casa: poco male, almeno c'è il sole ed ho un pretesto per godermelo dal secondo piano.
Sospiro di sollievo.
Un nanosecondo dopo sento voci dal marciapiede di fronte a casa. Qualcuno è venuto a vedere uno degli appartamenti ancora liberi nel condominio.
Mi sporgo un attimo per vedere, ripetendo fra me e me il mantra "fa che siano giovani, fa che siano giovani, fa che siano giov...": ommmerdaaa!!!
Di sotto c'è la braccio destro delle risorse umane del più importante cliente dell'azienda per cui lavoro, quel cliente che il mio capo, piuttosto di perderlo, preferirebbe giocarsi gli organi interni alla roulette russa, quel cliente che piuttosto di perderlo il mio capo mi impiccherebbe a mezzogiorno nella pubblica piazza, quel cliente che... mi avete capito. Ah, dimenticavo: quel cliente che senza completo Chanel e tacco 12 non avevo quasi riconosciuto, quel cliente che se niente niente alza lo sguardo e mi vede nel mio pigiamino rosa, con disegnato un cane e la scritta "sono il tuo amico fedele, resto sempre al tuo fianco", pallidiccia e malaticcia e per disgrazia mi dovesse riconoscere, sarei assolutamente ed indiscutibilmente f_____a.
Mi accuccio nel terrazzo cone una ninja, cercando di non respirare rumorosamente come fanno tutti gli stupidi nei film horror. Vorrei strisciare in casa, fare una doccia, depilarmi, infilare un tailleur, un tacco dieci e tornare in terrazza fingendo di essere abituata a stendere la biancheria così, ma il pavimento bagnatissimo non me lo permette.
Da accucciata nel terrazzo sento i discorsi di sotto e vi giuro che non avrei voluto sentirli.
Lei non è sola, è con il fidanzato ed i genitori (di Lei).
Ad un certo punto, dopo alcune valutazioni positive sull'appartamento, Lei si allontana (non so se per caso o appositamente), lasciando il povero Fidanzato in balia della Suocera.
- Senti, ti devo dire una cosa: a me proprio mi si spezzerebbe il cuore se andaste a convivere senza sposarvi.
- ??
- Non pensare che ci vogliano tanti soldi per sposarsi. Potete fare una cosa intima, qui, e poi a casa nostra fare una grande festa.
- ???
- Io te lo dico perchè devo essere sincera. Sapere che mia figlia convive sarebbe un terribile dispiacere.
Giuro, il povero Fidanzato non dice una parola. Resta muto, come me, ed io non oso immaginare, in quel momento, come potrebbe diventare terrificante la mia vita se quella coppia, se Lei e sua Madre, dovessero decidere di trasferirsi alla porta accanto.
La Redazione

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