Oltre alla narrazione del paziente dei propri disturbi soggettivi, una visita omeopatica può offrire molte altre informazioni
I dati clinici provengono da molte fonti. Questo è riconosciuto comunemente nella medicina convenzionale, ma, per tradizione, la semeiotica omeopatica è stata prevalentemente ristretta alla sola tecnica propedeutica, cioè alla raccolta verbale dei sintomi. In poche parole, la presa del caso è stata fatta coincidere con l'anamnesi e nella letteratura specializzata si è dato ampio spazio a come ottenere l'espressione più autentica della sofferenza del paziente (1).
Tuttavia, oltre alla narrazione del paziente dei propri disturbi soggettivi, una visita omeopatica può offrire molte altre informazioni altrettanto utili per una prescrizione individualizzata, che sfruttano canali differenti di comunicazione interpersonale: la vista, l'ascolto non verbale, l'odorato, il tatto. Questi altri mezzi possono fornire informazioni rilevanti da un punto di vista omeopatico? E se sì, noi omeopati sappiamo come cercarle? Scopo di questo articolo e dei successivi che saranno pubblicati è di rispondere ad entrambe queste domande e di proporre un metodo per l'osservazione e l'indagine da me messo a punto negli ultimi 15 anni (3,4).
Un metodo per vedere in omeopatia
Che cosa c'è da vedere? Quando non sappiamo che cosa stiamo cercando, non troveremo indizi significativi che conducano a un rimedio. Nell'Organon Hahnemann ci ha spiegato che: "l'esame individualizzato di un caso di malattia richiede al medico nient'altro che libertà dai pregiudizi e sensi sani, attenzione nell'osservare e fedeltà nel registrare il quadro della malattia"(§83)
Tuttavia, in uno scritto meno conosciuto il maestro di Meissen avverte che l'osservazione in omeopatia è un'arte che richiede un accurato addestramento: "Questa capacità di osservare accuratamente non è una facoltà completamente innata; essa deve essere acquisita con la pratica, affinando e regolando le percezioni dei sensi, cioè esercitando un severo vaglio delle impressioni immediate che riceviamo dagli oggetti esterni, e allo stesso tempo bisogna preservare la necessaria freddezza, calma e stabilità di giudizio, insieme con una costante diffidenza nel nostro potere di percezione" (Medical Observer) (2) Il campo di osservazione è virtualmente sconfinato. Per giunta esso offre una spontanea ricchezza di informazioni. Pertanto, allo scopo di insegnare a sviluppare questa facoltà innata è necessario un metodo. Si può genericamente dividere l'osservazione omeopatica in due stadi: dinamica e statica. L'osservazione statica si riferisce alle caratteristiche delle parti del corpo, sia patologiche che non patologiche, quali capelli, lingua, faccia, mani, unghie, pelle ecc. l'osservazione dinamica riguarda aspetti come il comportamento nel suo complesso, gesti, modo di camminare, di star seduto, espressioni del viso, vestiario ecc. e questi elementi ci danno l'immagine iniziale di un paziente ancora prima che lui o lei si sia seduto davanti a noi e abbia incominciato a parlare. In questo primo articolo intendo illustrare come l'aspetto generale e la postura del paziente immediatamente suggeriscano possibili rimedi.
Aprii la porta del mio studio e in sala d'attesa una giovane donna attendeva in una posizione piegata in due. Le chiesi di entrare nello studio e quando si rialzò potei osservare che essa si piegava in avanti, tenendosi la pancia il braccio. Dall'interrogatorio, l'unico dato significativo riportato fu un dolore acuto e tagliente all'ipocondrio destro e in regione lombare, senza risposta terapeutica ai medicinali antispastici convenzionali. Le chiesi di sdraiarsi sul lettino e con mia sorpresa essa assunse la posizione riportata nella. Dato che non riusciva a darmi altre informazioni, la sottoposi a un'ecografia che rivelò un'idronefrosi di 3° grado secondaria all'ostruzione dell'uretere di destra dovuta a un calcolo migrato. Questi dati mi indicarono con decisione Colocynthis. Trenta minuti dopo l'assunzione di una 30CH il dolore migliorò in modo nettissimo. Io le consigliai di ripetere il rimedio ogni 4 ore e di tornare il giorno seguente per un controllo (nel caso la sua condizione potesse richiedere un ricovero ospedaliero). Ma la paziente non ebbe più sintomi, espulse in vescica il calcolo e all'ecografia si evidenziò la risoluzione dello stato acuto di idronefrosi.
Un paziente di 58 anni mi consultò per una sciatica acuta sinistra. Il paziente entrò nella stanza camminando marcatamente piegato in avanti e spiegò che aveva trascorso la notte prima in posizione chinata perché era la sola che gli permettesse di sopportare il dolore. Il dolore si aggravava estendendo la schiena e in quella posizione doveva flettere la coscia corrispondente. La lastra evidenziò una severa scoliosi del tratto lombare. Anche in questo caso Colocynthis fu indicato dalla postura generale del paziente e da due modalità evidenti e caratteristiche: l'aggravamento con l'estensione e il miglioramento con ogni genere di flessione (flessione del tronco camminando, piegamento in due in una posizione chinata, e flessione della coscia in posizione eretta).
Queste caratteristiche di Colocynthis posso essere trovate in molte rubriche repertoriali (Tavola 1). Mentre in questo articolo ho introdotto segni fisici che individualizzano la patologia, nel prossimo discuterò come l'osservazione permette di identificare anche caratteristiche psicologiche.
Ringraziamenti
Desidero esprimere la mia gratitudine a Silvia Waisse Priven (University of Sao Paulo, Brasil) per aver incoraggiato e sostenuto il mio lavoro sulla semeiotica visiva in omeopatia negli ultimi 3 anni. La serie di articoli non sarebbe stata possibile senza il suo aiuto fattivo.
Bibliografia/ References
1. Taylor W. Taking the case. The Homoeopathic Heritage International. 2008;33(5):33-5.
2. Hahnemann S. The medical observer. In: LesserWritings. Encyclopaedia Homeopathica.
3. Jurj G. Understanding homeopathy in images,Timisoara, 2001
4. Jurj G. A method of seeing in homeopathy: methodological foundations of Project "Understanding Ho- meopathy by Images". International Journal of High Dilution Research. 2009;8(27):53-69.