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Il potere dell'audio documentario

Creato il 08 ottobre 2012 da Webnewsman @lenews1

Ti arriva dritto come un pugno nello stomaco.

La mente viaggia inarrestabile al suono delle parole mentre tutto intorno è buio, quindi la fantasia può lavorare meglio.

Ed è così che immagini una storia proprio come la vorresti vivere tu stesso, con esattamente quei personaggi, quei paesaggi, quei colori.

Sono le parole che ascolti e la tua concentrazione che modellano la storia nella tua testa.

E' il potere straordinario dell'audio documentario, una forma d'arte non proprio nuova ma sicuramente meno conosciuta dell'audiovisivo, della letteratura,  del teatro e del cinema.

Con lo scopo di permettere l'approfondimento della conoscenza del documentario sonoro, quest'anno il Festival di internazionale di Ferrara, svoltosi nei giorni 5-6 e 7 Ottobre scorsi, ha ospitato per la prima volta la rassegna "Mondoascolti", la prima in Italia che ha accolto produzioni nazionali ed internazionali.

Sono stati presentati al Festival il giorno 5 Ottobre "Kidnap Radio" di Annie Correal ( USA/ Colombia), il giorno 6 Ottobre " My father takes a vacation" di Martin Johnson ( Svezia) ed il giorno 7 Ottobre " Non te la prendere se non ce l'hai fatta" di Roman Herzog ( Italia- Sub Sahara). Tutte le produzioni sono state ascoltate in lingua originale con sottotitoli.

La rassegna è stata curata, in collaborazione con lo staff del festival, da AudioDoc, associazione indipendente di autori e autrici,  fondata nell'Ottobre del 2006 con lo scopo di promuovere ed incentivare in Italia la conoscenza, la produzione e la diffusione di audio documentari.

AudioDoc ha tenuto inoltre, sempre a Ferrara nei 3 giorni del festival, un workshop ("Registra! Il nemico ci ascolta") per insegnare con teoria e pratica ai partecipanti le numerose possibilità e gli strumenti adatti a raccontare la realtà così com'è.

Il concetto è stato ribadito da Martin Johnson, autore della produzione di sabato 6, il quale, prima dell'ascolto della sua storia ( l'autore, svedese, è partito dal suo Paese di origine per l'Irlanda per intraprendere lo stesso viaggio svolto anni prima, in totale solitudine, dal padre in bicicletta, dopo la morte della madre, con la speranza anche di poterlo ritrovare), ha voluto permettere al pubblico partecipante di ascoltare un'intervista di 2 domande a se stesso.

La seconda delle due domande è "perché la scelta dell'audio documentario": perché è uno strumento che ha origine dalla letteratura e dal teatro.

Della letteratura perché lascia pieno spazio all'immaginazione, permettendo all'ascoltatore di  creare la "sua" storia.

Dal teatro perché, appunto, le cose vengono narrate per quello che sono, senza altri fronzoli: per lasciare spazio ai sentimenti.

Info: www.audiodoc.it


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