Ad aprire le danze è l’Hay Festival, che dall’8 al 10 maggio sarà ospitato a Beirut per il secondo anno consecutivo, con una programma culturale incentrato su letteratura, fumetti, poesia, teatro, diritti umani e sviluppo sostenibile molto interessante.
L’Hay Festival, che vede tra i partner internazionali il British Council, l’Institut Français Liban e l’organizzazione letteraria britannica no-profit PEN, ha come obiettivo quello di promuovere cultura, istruzione e responsabilità sociale.
Perchè Beirut? Perchè una città che, nelle parole della direttrice del Festival, ha “una ricca scena culturale e una delle popolazioni più variegate del Medio Oriente”.
La line-up di quest’anno comprende scrittori affermati come Abbas Beydoun, Iman Humaydan (Donne di Beirut, Edizioni La Linea, 2011) e Hanan Al Shaykh; i tre più giovani finalisti dell’Arabic Booker di quest’anno e nuovi voci dalla Palestina come i giovani Samah Al Shaykh, Mohamed Al Shaykh Yousef e Isra’a Kalash; disegnatori come l’americano Joe Sacco (Gaza 1956, Mondadori 2010) e l’artista e musicista libanese Mazen Kerbaj; e ancora intellettuali e scrittori da tutto il mondo.
Tutti gli eventi (tranne quello della sera dell’8 maggio con Hanan Al Shaykh) sono gratuiti ma è preferibile prenotarsi in anticipo.
Per saperne di più potete consultare il programma dettagliato di ogni serata scaricabile in pdf sul sito o iscrivervi al gruppo che si trova su Facebook.
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Dal 23 al 31 maggio torna anche il PalFest, di cui mi ero occupata lo scorso anno in uno dei primissimi post del blog.
Siete riusciti a decifrare il “codice”? Se non avete capito nulla, girate pagina…
Il PalFest è un festival letterario itinerante che mira ad abbattere gli ostacoli rappresentati dai checkpoints israeliani, che tagliuzzano e sbriciolano il territorio palestinese e le possibilità di costruire una rete e un tessuto sociali comuni.
Gli eventi letterari di quest’anno toccheranno le principali città della “Palestina storica”: Ramallah, Gaza, Gerusalemme, Haifa, Nablus e Birzeit.
Da cui…il codice decifrato!
Il leit motiv degli organizzatori (il PalFest è una “creatura” della scrittrice egiziana Ahdaf Soueif) è:
Lavoriamo per riaffermare, come disse Edward Said, il potere della cultura sulla cultura del potere.
Per ora quindi, accontentiamoci di celebrare il potere della cultura e dell’immaginazione.
In attesa di poter celebrare, si spera per sempre, il potere della pace.