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Il potere della gita scolastica

Da Desian
Non ne avevo fatto cenno perché visti i precedenti (in cui banali contrattempi l'avevano sempre fatta rimanere a casa) c'era da fare gli scongiuri ma la donna grande stamattina è andata in gita scolastica.
Niente di che, sembrerebbe, ma se pensate che le insegnanti ad inizio anno avevano dichiarato battagliere che "per colpa dei tagli delle compresenze, quest'anno scordatevi la gita", averla ottenuta è stato già un successo. Se ci mettete poi che per la donna grande si tratta, appunto, della prima volta, avrete il quadro completo.
Il conto alla rovescia è cominciato domenica sera: "che bello, babbo, dopodomani andiamo in gita", saltellava.
"Eh no, donna grande, non è dopodomani ma mercoledì".
Primo scossone ma poi la gestione dell'attesa è stata decente: lunedì siamo passati al "manca pochissimo!!!" e martedì ormai era fatta.
Ieri sera, infatti, con anche la stanchezza della piscina addosso, l'eccitazione era contenuta: è riuscita a chiudere occhio verso le dieci.
Stamattina però.
Alle sei e mezza era una molla: è saltata giù dal letto solo perché, mentre la guardavo dormire, ho respirato un po' più forte: "è ora di alzarsiiiii"???
Ho provato con un "ma no, donna grande, è un po' presto" ma non ha voluto saperne: "vabbé, vengo un quarto d'ora nel lettone poi mi vesto".
Insomma, il quarto d'ora è volato, abbiamo assistito alla colazione più veloce della storia, ad una serie abluzioni-vestizione senza respiro. Il controllo dello zaino ha richiesto un po' più di criterio: più che il cibo era importante un preciso "mamma, c'è il k-way"?
Come darle torto?: diluvia adesso qui.
Chissà a Perugia...

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