La vita piò essere paragonata all’acqua; sia essa sotto forma di vapore, ghiaccio, fiume o mare, vi è continuità di movimento attraverso queste varie forme, a molti livelli diversi, molecolare, atomico o altro. Nel fiume che scende a valle, tuttavia, la corrente può esere ostacolata da massi o da rami; ma vi è sempre al di là di questi, la realtà del fiume, un potenziale di mutamento nascosto. Analogamente, il nostro movimento, la nostra capacità di evoluzione, possono essere ostacolati, ma la forza vitale è là, che attende fra le quinte, pronta a sospingerci verso un livello più alto di libertà. In natura la ghianda diventa una quercia, il bruco si trasforma in farfalla. In noi pure esiste un potenziale ben più di ciò che siamo, e nei limiti che la materia ci impone abbiamo la capacità di fare l’esperienza dela libertà. Tale capacità è un attributo della forza vitale; è grazie alla sua azione che si avvera il cambiamento interno e no necessariamente per imposizioni o interventi esterni. Tutti gli animali hanno a livello istintivo la capacità di guarire se stessi , e l’uomo non fà eccezione; gli animali selvatici quando si ammalano digiunano e riposano in tranquillità, e ciò indubbiamente faceva l’uomo primitivo prima di perdere il contatto con il suo istinto, con l’evoluzione l’uomo ha sviluppato le sue facoltà mentali a spese dell’intuizione. Nonostante il balzo in avanti compiuto dalla scienza medica moderna, dobbiamo restare coscienti del fatto che il nostro potere di guarigione risiede in noi. La vita è il potere che guarisce, ma nel corso dei tempi abbiamo perso la capacità di utilizzarlo, l’uomo di oggi ha bisogno di un catalizzatore che gli permetta di entrare in contatto con questa qualità e di risvegliarla. Così come lo è la terra, i praticanti della tecnica metamorfica sono dei catalizzatori, essi sciolgono la struttura interna del paziente, là dove praticante e paziente si incontrano, senza aspettative o imposizioni.
in parte tratto dai testi di Debbie Boater