La cronaca politica e ( ahimè) giudiziaria italiana sta mandando sullo schermo, in questi giorni, una delle pochade più squallide degli ultimi decenni. Nelle pochades almeno si ride. Ma in questa non c’ è nulla da ridere. E nemmeno da sorridere. Perchè lo stuolo mignottesco di escort verso i palazzi del potere non mi fa ridere. Perchè le amichette del premier non mi divertono; tantomeno le sue presunte ( quasi miracolose) prestazioni sessuali. Non fa per nulla ridere quest’ universo, parallelo all’ Italia reale, sospeso tra la politica ( o quello che ne resta) e il mercato del sesso. Escort, lenoni, leccapiedi, festini, spogliarelli, droga sono alcuni degli ingredienti di un marciume degradante e, soprattutto, deprimente. Tutto ciò rappresenta il nuovo, vecchio volto del potere. Di questo potere espresso in Italia negli ultimi decenni. Ed è un potere decrepito come il premier e la sua anagrafe. E’ un potere guascone che mercifica titoli e meriti rubando e smignottando. Verrebbe quasi da dire che sta andando tutto a puttane. Ma meglio non dirlo a voce troppo alta. Qualcuno potrebbe risentirsi troppo…
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