Il Pranzo da "Altre ricette di Petronilla" anno 1937

Da Patiba @patiba1



...Se infine si dovesse offrire un
PRANZO
uno di quei grandi pranzi nei quali si vuol mostrare agli illustri invitati quanto
- anche nella propria, pur modestissima casa - si sappia e possa fare...; per i quali la lista
delle vivande deve essere discussa e infine scelta in pieno consesso familiare...; per i quali
(pur di trovare) si deve prima girare e girare; quindi comperare e comperare;
poscia lavorare e lavorare; e, infine, un po' anche tremare per la tema che tutto non riesca,
quanto lo si vorrebbe, perfetto... converrà dapprima pensare ad una squisita, appariscente
ma leggerissima minestrina. E poiché quel giorno non potrà mancare in casa
una pignatta di brodo vero... così vi addito (e quindi consiglio)

la vecchia minestra mariconda; quella appariscente di pasta reale;
i buoni gnocchettini di spinaci o di ricotta;
i leggerissimi dadini di ricotta o di besciamella
e, infine, la semplicissima minestrina di stracciatelle.

La seconda portata, trattandosi di grande pranzo - deve essere rappresentata da un bel piatto di pesce freddo.

E... si vuole pesce? Allora si dovrà comperarne uno,
ma talmente grosso da bastare a tutti i convitati; e talmente ricercato

(trota, branzino o anche dentice o volpina) da soddisfare persino i palati più fini;
e dovrà venir presentato
lessato
e accompagnato dalla sua inseparabile salsa maionese. Se poi si volesse spendere un po' meno
in pesce ...se, anche, non si trovasse, quel giorno, un pescione degno del pranzone,
leggete i vari modi nei quali io soglio presentare individuali e variamente composte
conchiglie di pesce; scegliete quel modo che più vi conviene; e vi garantisco (parola di Petronilla!)
che l'effetto sarà ugualmente, e sempre, quello che i vostri cuori di cuoche possono desiderare.

Si vuole invece il piatto freddo? Uno di quei piatti che si possono preparare anche il giorno innanzi? Che, pur essendo di
carne
riescono sempre assai appariscenti e squisiti? Che basta ornare, poco prima di servire,
con le prelibate leccornie (in olio od in aceta) serbate nei loro vasi in credenza per farli apparire
quali ammanniti da un cuoco... di grido? Allora, amichette, vi addito i piatti che,
in questi casi, prepario io, cioè:

pollo sia in gelatina che tonnato;
vitello sia tonnato che lardellato e in gelatina;
e... quando voglio toccare l'apice del prelibato... un bel pasticcio
(nella veste di trasparente gelatina tremolante)
e pasticcio sia di fegato che di tonno,

cioè quel ch'è il meno costoso e il più sbrigativo.

Ecco ora, per il grande pranzo, giunta la volta di un lussuoso piatto di

verdure;

ed eccomi, così a voi additare - secondo la stagione - un piatto o

di asparagi al prosciutto;
o di melanzane ripiene oppur farcite;
o di spinaci con uova affogate

che tanto bene si presenta;

o di zucchette alla crema
e che sono tanto squisite,
o di funghi freschi e ripieni e quindi prelibatissimi;
o di pomidoro vestiti e al massimo grado sciccosi,
o di fondi di carciofi che - se la stagione è propizia - tanto e tanto vi raccomando!

Vorreste il piatto più appariscente? Allora un'insalata russa in forma;
oppure fagiolini e pomidoro in maionese,
oppure la torta (fatela, fatela!) di verdure.

Potreste farlo più costoso? Purché in cucina ci siano due occhi e due mani che... sappiano,
allora
un piatto di tartufi con la piemontese "fondüa".
Vorreste un passato di verdure contornato da minuta? In questo caso vi addito

il passato di zucca;
o quello verde-giallo dell'Amelia;
o quello stranissimo di bucce.

Ed eccoci ora giunte al piatto di carne

per il grande pranzo; cioè a quel piatto che - non essendo stati gravi i precedenti
- potrà e anche dovrà essere alquanto sostanzioso.
Quale piatto?
L'uno che possa venire degnamente accompagnato da una bella insalatiera di insalatina fresca
e condita con olio, con aceto sopraffino (meglio se aromatico) e con qualche acciuga trita;
e i piatti che più si compagnano con la sempre gradita (specie a fin di pranzo) e digestiva insalata,
sono gli arrosti.

Vi addito così per l'appetitoso connubio, quale insalata, I'italianissima e candida insalata belga
mista a rossi radicchi trevisani, e, quale piatto...
il manzo, sia arrostito che lardellato;
la lonza al latte;
il filetto
(fatelo, fatelo!) alla panna;
la faraona alle olive;

i promettenti polpettoni sia della Nene che dell'Angela;
e vi ricordo che il piatto di carne, al gran pranzo di Natale, dovrà esser rappresentato

dal tacchino ripieno
e al gran pranzo di Pasquadal capretto alla menta.

Al piatto di carne, io faccio seguire quello del dolce;
e di un dolce che cerco abbia questi tre requisiti: prelibato, leggero, spiritoso.

Tutti e tre, li hanno infatti le mie creme di mascarpone, note ormai in... tutto il mondo;

il dolce diplomatico e quella sua sorellina che viene battezzata "Zuppa inglese";
il bodino che ha il nome poco attraente, per un fine pranzo, di "bodino d'ova sode"

ma che veramente manda tutti in... visibilio;
ed il vivacissimo
"bodino in fiamme"; che, quale apportatore di auguri allegri e vivi,
raccomando ricordare al
pranzo di Natale e di Capo d'anno, mentre per
il pranzo della Santa Pasqua
non dovete scordare (ascoltatemi)
il mio caratteristico
"dolce pasquale".

Al dolce io faccio seguire il mio bel cesto ricolmo di
frutta;
e se ci tengo che la nostra appaia casa di... quasi ricconi; se, per quel pranzo,
non ci bado a spendacchiare, compero pere polpose; mele rubiconde; mandarini rivestiti
di aurea carta velina; arance senza semi, banane dalla buccia intatta (cioè di bella apparenza
ma però... di scarsa dolcezza); uva che sembri (specie nel più crudo dell'inverno) allora allora
spiccata dal tralceio; qualche nespola succosa; qualche alchechingi (ai quali apro, ma lascio,
le bucce per farne così quasi stelle intorno alle palline dei frutti che sono sì gialli e lustri)
e varie di quegli strani frutti esotici che non di rado spingono gli invitati a chiedere:
"Che sono?" e ad esclamare: "Mai visto! Assaggiato mai!", e allora... qual figurona
allora, per la... signora che ha saputo scovare... tali "rarità"!

Alle frutta io faccio naturalmente seguire un buon

caffè;

al caffè i miei liquori;

e così anche il mio succolento pranzone è finito; e finito senza lasciare... imbamboliti
gli invitati costretti a troppo rimpinzarsi di piatti grevi, come non di rado avviene in certe case,
ma come non avviene invece... in quella ospitale della Petronilla.

Amichette, purché il borsellino ne dia completo il permesso, osate, dunque, e fate...
fate... sulle mie tracce, qualora vi si presentasse l'occasione o la necessità!

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