Magazine Cultura
Trama Giulio Matreschi, pittore, ricoverato in una casa di riposo, racconta la sua vita a Goffredo, impiegato delle poste che va a trovarlo per consegnargli una lettera giunta a destinazione con un ritardo di cinquant'anni. È la lettera di Clara, l'unica donna che il pittore abbia mai amato e che, se ricevuta nel 1939, avrebbe potuto cambiare la sua vita. Alla vicenda si intreccia la simpatia che nasce tra Goffredo e Yvonne, infermiera della casa di riposo. Le storie dei tre protagonisti si legano nella cognizione che l'Amore non è mai sprecato, ma trova il modo di esprimersi anche a distanza di decenni. Amore che riesce finalmente ad abbracciare le loro esistenze, in bilico e sempre alla ricerca di un equilibrio pur nella consapevolezza della sua inconfutabile precarietà. Il mio voto
La mia recensione
Il tempo è qualcosa di inafferrabile e misterioso. Governa le nostre vite senza che noi possiamo ribellarci e ci rende in un certo senso schiavi del destino. La nostra esistenza non è altro che lo scorrere incontrastato del tempo e tutto ciò che siamo è sempre in bilico su un filo invisibile che oscilla imperturbato sotto il peso delle nostre scelte. “Il precario equilibrio della vita”, un romanzo profondo e delicato scritto dalla mano sensibile di Giorgio Marconi e pubblicato nel 2012 da Edizioni Montag, nonché finalista al Premio Le Fenici 2011 e al Premio Nicola Calabria Editore 2011, esplora il senso della vita e del tempo, cercando di carpire il significato dello scorrere di parole e immagini che formano i nostri giorni e che non hanno altro punto fisso che l’amore. Sì, perché in questa giostra caotica dove veniamo trascinati senza avvertimenti o protezioni, non c’è altro modo per non perdere l’equilibrio se non abbandonarsi alla volontà del cuore, l’unico che forse non sbaglia mai la strada. Giulio Matreschi è un anziano pittore che risiede in una casa di riposo per ex-artisti in Francia, in compagnia di amici vecchi e nuovi, dell’infermiera Yvonne, e di tanti ricordi insostituibili. Un giorno, Goffredo, funzionario delle poste italiane, arriva in quella dimora di pace e consegna a Giulio una lettera che per un disguido è rimasta nel magazzino per cinquant’anni, una lettera importante che racchiude il destino del ragazzo che era, una lettera che avrebbe potuto cambiare la sua vita. Il pittore, però, non se la sente di immergersi repentinamente nella lettura della missiva e chiede all’uomo di fermarsi per qualche ora a fargli compagnia. Inizia così un viaggio della memoria, uno straordinario percorso a ritroso di cui Giulio ci rende partecipi grazie alle emozioni intense, ai sorrisi e alle lacrime, e alla vitalità inesauribile dei suoi ricordi. La sua infanzia, la scoperta dell’arte e del suo talento, le avventure artistiche e lavorative, il viaggio in America alla ricerca di una svolta professionale, gli anni della senilità, ma soprattutto il suo amore immenso per Clara, che tanti anni prima aveva scritto quella lettera che non è mai arrivata. Uno degli aspetti che colpisce maggiormente di questo romanzo è la serenità che trasmette. Nonostante la vita di Giulio non sia andata come forse lui sperava, infatti, il racconto della sua esistenza è sempre ricco di energia e calore, non c’è spazio per i rimpianti perché anche ciò che non è riuscito a ottenere è stato fondamentale per vivere le esperienze che altrimenti non avrebbe mai vissuto. Giulio non si rattrista pensando alle occasioni mancate, ma gioisce di ciò che ha avuto. Non combatte il destino, ma lo accetta e afferra ogni suo dono. Giorgio Marconi ci regala una bellissima e piacevole prova narrativa, un’opera ricca di significati importanti, scritta con naturalezza e tatto. Lo stile dell’autore è davvero impeccabile, mi ha colpito e affascinato. La sua prosa è fluida, scorrevole e trascinante, pacata e sobria eppure intensa e toccante. Non esagero dicendo che il libro è scritto egregiamente e che il tono utilizzato da Marconi per esplorare questa storia nella sua totalità è praticamente perfetto e mai stonato. Non ci sono sbavature linguistiche, non c’è un termine fuori posto, tutto è esattamente calcolato. Questo è il racconto di una vita, una narrazione continua che non annoia mai, anzi, spinge a volerne sapere sempre di più! Il romanzo è narrato principalmente dal punto di vista di Giulio, ma in alcune parti si sposta sui pensieri di Yvonne e di Goffredo, così che il lettore può avere una panoramica approfondita degli stati d’animo dei personaggi che abitano la storia. L’ironia con cui il protagonista racconta i fatti della sua vita è sicuramente uno dei punti di forza del romanzo; infatti, la capacità di Giulio di stemperare con la sua gaiezza anche gli eventi più drammatici è importantissima per rendere la narrazione sempre equilibrata e vivace. Giulio è un protagonista sorretto da uno spirito forte e luminoso che con le sue parole riesce a tenere sempre alta l’attenzione del lettore. Non è riuscito a vivere il sogno più grande della sua vita, ma questo non gli ha impedito di raccogliere tutti i frutti che trovava sulla strada a mano a mano che proseguiva il cammino. Il suo ottimismo e la sua allegria nei confronti della vita spiazzano e confortano perché questo suo modo di essere elargisce un grande insegnamento che bisognerebbe tenere sempre a mente. La vita non va sprecata, anche se non è quella che avremmo scelto e sperato. “Il precario equilibrio della vita” è un romanzo intenso e profondo che riserva molti spunti di riflessione sul senso della vita, dell’amore, delle scelte, del tempo e di tutti quegli elementi che contribuiscono a creare il nostro universo. Un romanzo di speranza e buoni sentimenti che apre la mente alla riconciliazione con il destino. Assolutamente consigliato, soprattutto a chi ama ascoltare e leggere storie vere e impregnate, allo stesso tempo, di tristezza e allegria e che riservano anche qualche inaspettata sorpresa nel finale!
Monia Iori
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