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Il precario equilibrio della vita, frasi [Giorgio Marconi]

Creato il 28 febbraio 2013 da Frufru @frufru_90
Il precario equilibrio della vita, frasi [Giorgio Marconi] Si può essere un ex-calciatore, un ex operaio, un’ex-modella, un ex-parrucchiere, ma mai un ex-artista. Per come la vede, l'essere artista non è una professione o un mestiere: è una condizione, una prerogativa dell'esistenza stessa. Si cessa di essere artisti solo quando si cessa di essere! E forse anche questa affermazione non è vera, almeno non per tutti. Van Gogh è un artista, Mozart è un artista, Leonardo da Vinci, oltre a essere un genio, è, lui pure, un artista. Viene spontaneo dire è, e non è stato.
Un vero artista lo è per sempre.
Per anni ha dovuto costringersi a non pensare alla sua vita. Alla possibilità di costruirsene una sua, di avere degli affetti che non fossero quello enorme, spesso ingombrante, per i suoi genitori. In alcuni momenti era arrivata a odiarli per non avere messo al mondo nessun altro, se non lei. Come si dice, tutto per sé: onori e oneri. Soprattutto i secondi. Senza avere la possibilità di condividerli con nessun altro.
Voleva leggerla con tutto se stesso. La lettera che, una vita fa, aveva atteso con ansia e amore, entrambi dolorosamente disattesi. Tuttavia leggerla avrebbe potuto dare un senso diverso alla sua esistenza. Il senso di una vita alternativa, di un bivio preso nella direzione, forse sbagliata, forse quella che il destino aveva voluto. Magari per colpa delle Poste.
Vivere di ricordi non è poi così male. I giovani vivono di progetti e speranze per il futuro, noi di rimembranze del passato. I giovani rischiano di veder naufragare i loro piani, frustrate le loro aspettative; i nostri ricordi, invece, sono lì, sempre presenti, fanno parte di noi. [...] La vita è come il tracciato di una linea: quando siamo giovani ha un andamento irrequieto, sbalzi improvvisi, picchi di felicità e baratri di delusione, e poi ancora su, e poi ancora giù. In là con l'età acquista una certa stabilità, ha sempre qualche dosso e qualche avvallamento che via via si appianano sino a diventare una linea continua, placida, noiosa forse, serena.
“La terra è bassa, figliolo mio. Bassa, ma sincera. Se accudita con abnegazione, tanta fatica e affetto, restituisce l’amore ricevuto, ripagando dei sacrifici che richiede.
Riflette sul problema fondamentale della sua vita. L’incapacità di lasciarsi andare alle proprie emozioni, ad abbandonarsi completamente ai sentimenti e a quello che realmente desidera. Questo sentirsi imprigionato nelle consuetudini, nel “questo non si fa” del pensare comune, nella forma e nel cerimoniale. Una gabbia in cui, paradossalmente, sente di essersi rinchiuso con le sue mani. Come avesse provato l’esigenza di costruire una sorta di nascondiglio in cui rifugiarsi per sfuggire alle bordate della vita, a possibili dolori e delusioni, negandosi, però, anche la speranza di vivere le gioie più intense e le emozioni più profonde. Avrebbe voluto indurre la sua anima ad accontentarsi e sentirsi appagata da una vita piatta, anonima, senza troppi dolori e
senza gioie, ma tanto serena e rassicurante da sentirsi quasi felice.
«Meglio avere il ricordo di quell'amore puro e perfetto che vederlo sbiadire e magari logorarsi e svanire nel corso di una vita».
Penso che è comunque meglio vivere il vero grande amore, anche se i casi della vita possono portarti a perderlo, che non averlo mai vissuto.
«Siamo tutti equilibristi in bilico sulla fune delle nostre esistenze. Cerchiamo di rimanere in piedi nonostante il precario equilibrio della vita».
La vita è come un lungo viaggio. Con tante fermate e tante possibilità di prendere coincidenze, cambiare percorso o tornare indietro eventualmente. Ogni metro percorso è un metro in meno che ci separa dalla meta finale, ogni fermata raggiunta è una fermata in meno e una possibilità in meno di cambiare rotta.
L’Amore, quello vero, non va mai perduto. Trova sempre il modo di manifestarsi, di ritornare.
♥ I miei scarabocchi su "Il precario equilibrio della vita" di Giorgio Marconi

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