Il Prefetto non può svegliarsi al mattino e commissariare un Comune. Francesco paolo Castaldo, massima autorità dello Stato sul territorio della provincia di Alessandria, mette in chiaro per l’ennesima volta il suo ruolo, dal momento che è stato tirato per la giacca da più parti che gli chiedevano di “mettere i sigilli” a Palazzo Rosso. Il Prefetto lo può fare solo dopo il terzo pronunciamento della Corte dei Conti, a marzo. I primi due sono stati negativi, come sappiamo. Non c’è due senza tre, o gli amministratori alessandrini sapranno convincere la magistratura contabile – accusata di essere “comunista” dal sindaco – di aver agito nel giusto? Sta di fatto che il deficit aumenta e i dubbi, nel secondo pronunciamento, sono rimasti. Difficile pensare che in un mese venga aggiustato il “buco”. I primi due round sono andati alla Corte.
Se le anomalie dovessero persistere, spiega il Prefetto ai microfoni di una radio, toccherà al consiglio comunale, entro 20 giorni, deliberare la situazione. Dopo o in mancanza di un voto dell’assemblea, il Prefetto si trasformerà in commissario ”ad acta” per lo scioglimento del Comune.
Ruolo del Prefetto a parte, non cambia la sostanza: elezioni e futuri amministratori saranno condizionati dai pronunciamenti della Corte e dai bilanci aggiustati all’ultimo minuto.