Giovedi’ scorso durante il 15esimo summit Unione Europea-Cina, il presidente cinese Wen Jiabao ha reiterato ai partners europei la richiesta di abolire l’embargo sulla vendita di armamenti alla Cina entrato in vigore nel 1989, in protesta per le violenze attuate contro i manifestanti cinesi di piazza Tienammen. L’Unione Europea aveva pensato di abolire l’embargo gia’ nel 2005, ma anche dietro consiglio degli Stati Uniti, che avevano ricordato loro che la Cina non e’ ancora diventata una democrazia matura e che le violazioni dei diritti umani sono ancora all’ordine del giorno, erano tornati sui loro passi. Non solo. Il governo cinese come afferma il NYTimes:
China still needs to show less government influence over its businesses, including those in the financial sector, and to adopt transparent laws on corporate governance, property and bankruptcy to be eligible for market economy status, the commission said. Europe and China are also embroiled in trade disputes over solar panels and rare earth metals.
Insomma, c’e’ ancora tanto da cambiare quindi per adesso (e speriamo anche per il futuro), la vendita di armi alla Cina da parte della UE ri-cade nel vuoto. Wen ha palesato il suo discontento, ma ha dichiarato altresi’ che continuera’ ad ‘aiutare’ l’Europa con i suoi investimenti.
Articolo completo sul New York Times
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