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Il Presidente della Repubblica Mattarella: “L’Europa ricordi la Liberazione per porre fine alla tragedia dell’immigrazione”

Creato il 24 aprile 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

“Celebrare il 25 aprile ricordando le tragedie dell’immigrazione, perchè come l’Europa settant’anni fa seppe fermare i peggiori crimini contro l’umanità oggi deve intervenire in Africa e Medio Oriente per rimuovere la cause che determinano la fuga di tanti disperati”. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sceglie le celebrazioni dell’anniversario della Liberazione al Quirinale per rivolgere un nuovo forte appello innanzi tutto alla comunità internazionale, per non trasformare il Mediterraneo in un cimitero. Soccorso, ma, ribadisce il Capo dello Stato, anche “lotta inflessibile” ai trafficanti di esseri umani e al terrorismo.

(huffingtonpost.it)

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Mattarella: “La Festa della Liberazione aiuti l’Europa a fermare la tragedia dell’immigrazione”. “Nel giorno in cui celebriamo la Liberazione dell’Italia, non possiamo evitare di pensare al mar Mediterraneo, la culla della nostra civiltà che rischia di essere trasformata in un cimitero. La nostra umanità – afferma Mattarella parlando ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma – si ribella di fronte a questo, settant’anni fa come oggi, di fronte alle vite spezzate. Ieri contro la sopraffazione nazifascista, oggi contro chi opprime intere popolazioni, etnie, gruppi religiosi, costretti a fuggire dal fuoco delle armi, dall’indigenza, dal sopruso, dal fanatismo religioso. Dobbiamo unire l’impegno nel soccorso umanitario, in una lotta inflessibile contro i trafficanti di esseri umani e contro il terrorismo. Vogliamo che l’Europa democratica, protagonista settant’anni or sono nella lotta contro i responsabili dei peggiori crimini contro l’umanità, sappia rendersi consapevole oggi della propria responsabilità storica, e che sia artefice di un’iniziativa politica nuova verso i Paesi d’Africa e del Medio Oriente per rimuovere lì le cause che provocano queste disordinate e pericolose migrazioni di persone disperate”.

Il 25 aprile come festa di liberà e speranza. Il Capo dello Stato, che al Quirinale incontra anche le scuole vincitrici del concorso “Dalla Resistenza alla cittadinanza attiva”, parla del 25 aprile come “festa di libertà e di speranza che ricorda quello che abbiamo conquistato attraverso il sacrificio di tanti e che abbiamo il compito di sviluppare, mantenere e consolidare”. Questo perchè “la democrazia non è una conquista definitiva” e occorre evitare l’”appiattimento sul presente che rischia di togliere il senso della storia”. Perciò “dobbiamo saper custodire, e rivitalizzare, le istituzioni della nostra democrazia, perché in esse c’è il lascito di chi, con coraggio e sacrificio, ha combattuto la battaglia per aprire a noi un futuro migliore. E dobbiamo fare altrettanto con i nostri figli e i nostri nipoti. Dobbiamo passare loro il testimone: indicando nella libertà la fonte dei diritti, ma al tempo stesso di responsabilità e di doveri”.

In questo quadro, ricorda il Capo dello Stato, è fondamentale “applicare la Costituzione, che è la viva eredità del 25 aprile. Non è conservata come una reliquia in una teca”, ma “è una realtà viva, che vive perchè viene attuata, viene applicata, perchè, nei tempi che mutano e nelle condizioni che cambiano, viene realizzata sempre, ubbidendo ai suoi valori. E’ questo che fa vivere la Costituzione e la sua vita e la sua applicazione -dice Mattarella rivolto agli studenti- è nelle vostre mani”. E ai giovani il Presidente della Repubblica affida l’esempio di Ugo Forno, “Ughetto”, l’ultimo romano morto a soli dodici anni per cacciare i nazisti dalla Capitale, medaglia d’oro al valor civile, al quale oggi è intitolato il ponte di ferro sull’Aniene, lungo la Salaria, che i tedeschi non riuscirono a far saltare proprio perchè “Ughetto” chiamò alle armi un gruppo di contadini adulti. (ADNKRONOS)


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