L’amministrazione Obama ha finalmente risposto ai 10.000 firmatari della petizione con la quale si chiede un interessamente della White House nei confronti della regolamentazione del poker online.
La Casa Bianca si impegna a rispondere a tutte le petizioni che ricevono più di 5.000 firme e venerdi scorso una mail è stata inviata alle 10.000 persone a sostegno della richiesta pro gambling online.
Come prevedibile il contenuto della mail firmata dal vice Direttore del Consiglio Economico Nazionale è stato molto vago, non ha affatto riassicurato la comunità del poker online e sicuramente non si legge di una presa di posizione a favore della regolamentazione del poker online.
Tuttavia c’è un punto nella mail che ha fatto tirare un sospiro di sollievo.
Nel primo si legge la posizione comune della White House e il DoJ nel considerare sport betting illegale in quanto in violazione della legge federale, mentre lascia ai singoli stati la possibilità di legiferare relativamente alle altre forme di gioco d’azzardo online.
Viene ribadito che gli Stati Federali hanno potere legislativo relativamente la questione gambling online è spetta alle autorità locali determinare se consentire o meno ai propri residenti di svolgere tale attività.
Alcuni addetti ai lavori leggono tra le righe che la possibilità di un normativa che regoli il poker online a livello federale sia molto improbabile, almeno per il periodo 2012, anche se non si può non notare che l’amministrazione Obama non ha effettivamente preso una posizione al riguardo, considerando la possibilità di una volontà legislativa federale in tal senso tesa a garantire la tutela dei consumatori e per punire coloro che utilizzano il gioco d’azzardo online come attività criminale.
La risposta della White House alla petizione di più di 10.000 amanti del poker online statunitensi è stata alquanto diplomatica, lasciando di fatto invariate le posizioni delle lobby, pro e contro una legislazione del gambling online a livello federale piuttosto che a livello statale, le quali continueranno le rispettive campaigns a tutela dei propri interessi.