Il Presidente più povero del mondo

Creato il 21 gennaio 2013 da Molong


Uno dice Presidente e immediatamente si materializza l’immagine di un uomo autorevole, carismatico, che riceve i suoi colleghi in palazzi antichi e austeri, sotto l’occhio vigile di guardie armate in alta uniforme. Solitamente è così, ma non in Uruguay dove il primo cittadino si chiama José Mujica. Eletto nel 2009, il Presidente ha trascorso buona parte della sua vita nel gruppo di guerriglieri di estrema sinistra dei Tupamaros, ispirati dalla rivoluzione cubana. Gli hanno sparato sei volte ed è stato condannato a 14 anni di prigione, la maggior parte dei quali trascorsi in isolamento e in condizioni al limite dell’umanità. Ma quegli anni, sostiene Mujica, lo hanno aiutato a modellare il suo punto di vista sulla vita. All’inizio del suo mandato presidenziale ha rifiutato le case lussuose generalmente in dote ai potenti e ha deciso di abitare nella fattoria della moglie, raggiungibile solo attraverso una strada sterrata. Di guardia, fuori dalla casa, ci sono soltanto due poliziotti e un cane a tre zampe, Manuela. La coppia si occupa di floricoltura ed entrambi lavorano la terra. “Ho vissuto così per la maggior parte della mia vita – ha raccontato Mujica a Bbc - e vivo bene con quello che ho”. Ma non si tratta di dichiarazioni stravaganti di un eccentrico signore poichè il Presidente agisce anche in linea con il suo pensiero e dona ogni mese il 90 per cento del proprio stipendio (all’incirca 9.000 euro) a enti di beneficenza. Questo lo porta ad avere una retribuzione mensile in linea con il salario medio uruguayano che è di 600 euro. Nel 2010 la dichiarazione dei redditi di Mujica è stata di 1.350 euro pari al valore del suo Maggiolino VolksWagen del 1987. “Mi chiamano il presidente più povero del mondo, ma – ha puntualizzato il 77enne ex guerrigliero – io non mi sento povero. I veri poveri sono coloro che lavorano solo per sostenere un tenore di vita molto costoso e che vogliono sempre qualcosa in più. E’ una questione di libertà. Se possiedi poche cose, non sei costretto a lavorare come uno schiavo per tutta la vita e hai più tempo per te stesso”.



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