E’ Alessandro Bertagnolli, 47 anni, faccia da contadino, capello scapigliato e barba ribelle, ma soprattutto presidente della Sociale di Aldeno, il nuovo volto presidenziale di Consorzio Vini del Trentino. Contro ogni aspettativa, che avrebbe voluto al vertice di Consorzio Bruno Lutterotti, presidente della Toblino, la scelta dei soci è caduta sul presidente bio-vegano: della sua cantina la prima certificazione vegan in Italia applicata al vino e della sua azienda agricola le uve biologiche di Aldeno. L’uomo giusto, quasi il testimonial perfetto, per il pay – off del marketing del vino trentino, vino di montagna e vino sostenibile.
A questo presidente, che se lo si incontrasse per caso e senza conoscerlo lo si potrebbe scambiare per un vignaiolo anarcoide e naturista, paradossalmente toccherà di guidare un consorzio azzoppato e monocorde. Ma soprattutto industrial-cooperativo. Come a dire che a volte l’abito non fa il monaco. I vignaioli, infatti, ieri, hanno scelto la strada del disimpegno e hanno rinunciato ad eleggere la loro rappresentanza (comunicato stampa in calce). Gesto che potrebbe preludere, non subito ma probabilmente nel 2016, ad una loro uscita anche da Consorzio, oltre che dal CdA. Un segnale che mette a nudo, finalmente, la fragilità del sistema vino trentino e l’inefficacia della sua rappresentazione politico – istituzionale.
Insieme al presidente, ieri, l’assemblea ha nominato anche i membri del cda (comunicato stampa in calce), tutti di provenienza cooperativa e industriale; a parte l’inossidabile Paolo Malfer, il piccolo spumantista di Aldeno, in rappresentanza della sua categoria. Un consiglio noiosamente omogeneo che traccia la sintesi perfetta del potere vinicolo in provincia di Trento, diviso fra il sistema Cavit e sistema Mezzacorona e il cui baricentro territoriale gravita tutto fra il capoluogo e la rotaliana. Mentre la Lagarina, che rappresenta circa il 50 % del vigneto e della produzione della provincia, si accontenta di due soli rappresentanti consortili (uno in conto Cavit e uno in conto Mezzacorona) e conferma la sua storica marginalità politica e la sua evidente debolezza culturale. Un equilibristico equilibrio di poteri, quello che regge il nuovo CdA, che rende flebili e pallide anche le prime dichiarazioni di buona volontà del neo presidente: “Il Consorzio deve rappresentare la sintesi delle varie esigenze, delle varie anime, della viticultura trentina. L’obiettivo è quello di guidare un gruppo coeso, compatto, nel quale tutti devono essere ascoltati e in cui si respiri un sereno clima di fiducia”.
Ecco i nomi:
Presidente: Alessandro Bertagnolli (Sociale di Aldeno – Cavit)
Consiglieri: Alfredo Albertini (Sociale di Trento – Cavit) – Vito Armani (Sociale di Ala – Mezzacorona) – Lorenzo Libera (Sociale di Avio – Cavit) – Paolo Endrici (Industriali), Marcello Lunelli (Ferrari – Spumantisti) – Bruno Lutterotti (Sociale di Toblino – Cavit), Paolo Malfer (Revì – Spumantisti), Giorgio Planchenstainer (Agraria di Riva – Cavit) – Fabio Maccari (Mezzacorona) – Luca Rigotti (Mezzacorona) e Andrea Pergher (Sociale di Roverè della Luna – Cavit).
L’assemblea di ieri ha anche approvato definitivamente la modifica al disciplinare della Doc Trentino, con una revisione che prevede l’incremento fino a 150 quintale/ettaro della produzione di uva Pinot Grigio. Decisione che ha fatto saltare definitivamente la mosca al naso ai vignaioli trentini, spingendoli, finalmente, a compiere il passo dei passi: quello del disimpegno istituzionale rispetto ad un organo di autogoverno che per quindici anni li ha emarginati dalle scelte, dalle decisioni e dalle strategie. E che li ha condotti a minacciare l’uscita definitiva dal Consorzio: “Se il Consorzio Vini non provvederà all’istituzione di un organo paritetico, competente nell’adozione delle decisioni in materia di tutela, produzione e promozione del vino trentino, tutte le aziende socie dell’Associazione Vignaioli si dimetteranno dal Consorzio Vini, che smetterebbe quindi di essere organo rappresentativo di tutto il sistema vitivinicolo trentino“.
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Il comunicato stampa dei Vignaioli del Trentino
TRENTO – 27/02/2015
I VIGNAIOLI DEL TRENTINO NON NOMINANO UN PROPRIO RAPPRESENTANTE NEL CDA DEL
CONSORZIO VINI
Nel corso dell’odierna Assemblea del Consorzio Vini del Trentino, chiamata al rinnovo delle cariche, l’Associazione dei Vignaioli del Trentino ha comunicato di voler rinunciare alla nomina del proprio rappresentante all’interno del Consiglio di Amministrazione. Il diritto alla nomina di un rappresentante dei Vignaioli è previsto dallo Statuto del Consorzio in quanto “la composizione del Consiglio deve prevedere un’equa rappresentanza di tutte le categorie che partecipano al ciclo produttivo”. La decisione di rinunciare alla rappresentanza in seno al Cda del Consorzio Vini – presa durante l’assemblea dell’Associazione Vignaioli del 26 febbraio 2015 – arriva dopo anni di vane richieste per una rappresentanza paritetica in seno al Consiglio di Amministrazione del Consorzio Vini, e parecchie battaglie contro le strategie promosse dallo stesso in qualità di organo competente per la tutela e la promozione del vino trentino. Il ruolo dei Vignaioli all’interno del Consorzio è, da Statuto, marginale. Il funzionamento infatti non si basa su un principio paritetico, ma il peso di ogni membro è calcolato proporzionalmente al quantitativo di uva e vino prodotti. La rappresentanza dei Vignaioli risulta in tal senso marginale rispetto a quella della cooperazione.
Il Presidente dell’Associazione Vignaioli, Lorenzo Cesconi: “Come Vignaioli non siamo più disposti a partecipare ad un organo nel quale non possiamo essere realmente rappresentati e che sistematicamente prende delle decisioni che sono dannose per chi, come noi, è impegnato in produzioni di qualità e forte riconoscibilità territoriale. Da anni chiediamo l’istituzione di un organo paritetico, la cui necessità è stata
evidenziata anche dal Piano di riorganizzazione del sistema vitivinicolo trentino della FEM. Tutte le nostre richieste sono risultate vane, siamo stati perciò costretti a prendere questa decisione e iniziare da domani il nostro percorso indipendente di tutela e promozione. Non possiamo più nasconderci dietro un dito, in Trentino ci sono due modi di fare viticoltura: uno orientato ad una produzione industriale che cerca la competitività nell’abbassamento dei prezzi; e uno, il nostro, orientato alla qualità, alla sostenibilità, alla riconoscibilità e alla valorizzazione territoriale. Il Consorzio Vini, da ultimo con la scelta in assemblea di oggi di aumentare le rese del Pinot Grigio, ha deciso di supportare il primo. Noi non possiamo accettarlo e per questo i Vignaioli presenti hanno ribadito questa mattina in assemblea la nostra contrarietà. Siamo un territorio di montagna, piccolo e verticale, non possiamo produrre con metodi industriali come fa il Veneto. Per vendere il vino a prezzi bassi, l’unico modo è che la materia prima costi poco. Ma in Trentino questo è impossibile perché coltivare la vite nei nostri territori di montagna costa molto. Noi non possiamo più avvallare la svendita del nostro territorio, perché il sistema non è più sostenibile. Il reddito agricolo trentino è quasi la metà di quello del Sudtirol, che ha capito con due decenni di anticipo che era necessario
cambiare. Il marchio Trentino invece nel mondo del vino non è più riconosciuto come marchio di valore. È ora di cambiare strada anche per noi”.
Se il Consorzio Vini non provvederà all’istituzione di un organo paritetico, competente nell’adozione delle decisioni in materia di tutela, produzione e promozione del vino trentino, tutte le aziende socie dell’Associazione Vignaioli si dimetteranno dal Consorzio Vini, che smetterebbe quindi di essere organo rappresentativo di tutto il sistema vitivinicolo trentino
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Comunicato stampa Consorzio Vini del Trentino
Comunicato stampa
L’avvocato Elvio Fronza passa il testimone per la guida del nuovo triennio dell’ente
RINNOVO CDA CONSORZIO VINI DEL TRENTINO: ALESSANDRO BERTAGNOLI È IL NUOVO PRESIDENTE
Nel corso dell’Assemblea generale appena conclusasi a Palazzo Trautmannsdorf, oltre all’elezione delle cariche sociali, sono stati presentati e approvati il bilancio di esercizio 2014 e il bilancio preventivo 2015.
Nel corso della mattinata odierna, i soci del Consorzio Vini del Trentino si sono riuniti in Assemblea per l’approvazione del bilancio di esercizio 2014, del bilancio preventivo 2015 e per l’elezione del nuovo cda.
È Alessandro Bertagnoli, agricoltore biologico dell’Azienda Stella Rossa di Calliano e presidente da otto anni della Cantina di Aldeno, il nuovo presidente del Consorzio. A fianco a lui, a guidare l’ente consortile, altri undici membri del cda: Alfredo Albertini, Vito Armani, Lorenzo Libera, Paolo Endrici, Marcello Lunelli, Bruno Lutterotti, Paolo Malfer, Giorgio Planchenstainer, Fabio Maccari, Luca Rigotti e Andrea Pergher.
Nella veste di Caposindaco è stata nominata Cristina Alfieri, mentre Luigi Roncador e Goffredo Pasolli assumono la carica di Sindaci elettivi. Lucia Corradini e Michele Girardi sono invece i sindaci supplenti.
Al momento della sua elezione, il nuovo Presidente ha dichiarato che “Il Consorzio deve rappresentare la sintesi delle varie esigenze, delle varie anime, della viticultura trentina. L’obiettivo è quello di guidare un gruppo coeso, compatto, nel quale tutti devono essere ascoltati e in cui si respiri un sereno clima di fiducia”.
Dal canto suo Elvio Fronza, che lascia dopo 15 anni di mandato, ha ribadito che “è importante stare insieme operando a favore del bene comune e individuando, nonostante le differenze, una comune identità al fine di raggiungere traguardi condivisi. Un approccio fondamentale, oggi ancor più che in passato, vista la complessa congiuntura economica”.
Breve profilo Alessandro Bertagnoli
Alessandro Bertagnoli, 47 anni e 3 figli, titolare dell’Azienda Agricola biologica Stella Rossa di Calliano, da 8 anni è presidente della Cantina di Aldeno. Profondamente legato ad una filosofia orientata ad una forte attenzione verso il tema della sostenibilità ambientale, auspica di condividere questa visione con la base sociale del Consorzio che deve lavorare nel segno di una solida compattezza di intenti.