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Il prezzo dei libri e i (pochi) lettori italiani

Creato il 20 giugno 2012 da Nicola Nicodemo

Una teoria sul prezzo dei libri e sui (pochi) lettori italiani In Italia la lettura è vittima di due grandi problemi: i lettori sono pochi, pochissimi; e il libro costa troppo. Se riuscissimo a risolvere almeno uno dei due, la situazione andrebbe già meglio e, molto probabilmente, anche il secondo si risolverebbe di conseguenza. Perché essi sono legati così strettamente che possono solo coesistere, ma separati si annullerebbero a vicenda.
Iniziamo dal prezzo dei libri. In un periodo di crisi, come quello che stiamo attraversando, ma anche in un periodo normale, spendere 14 euro (in media), o addirittura 18, 20, 25 euro per un libro (con tutto il rispetto per la categoria) è esagerato. Non si può. Non tutti possono permetterselo. Figuriamoci se poi si tratta di un autore esordiente, che nessuno conosce e che non possiamo sapere se ci piacerà o no. Chi dovrebbe comprare il libro di un esordiente a 14 euro? Se non i suoi amici/parenti/conoscenti? 
C'è chi porta avanti la giustificazione che il libro di carta richiede alti costi di tipografia/trasporto/magazzino. Ma è davvero così? La Newton Compton Editori ha da poco inaugurato la collana de Gli Insuperabili. Volumi a copertina rigida di 300/400 pagine, scritti da autori affermati sul piano internazionale, al prezzo di 5,90 €. La stessa TimeCrime ha inizialmente venduto i suoi titoli a 7,70 €, passando ora al prezzo di 10€. E ci sarebbero altri esempi.
Possibile che tutti questi editori scelgono volontariamente di perdere capitale? No, vuol dire che stampare un libro costa meno di 5,90€: in questa cifra vanno inseriti i costi di produzione, la royalty dello scrittore, lo stipendio del traduttore, i costi di editing, i guadagni dell'editore, della libreria, il trasporto, il magazzino.
Certo, mi direte voi, ma se un libro vende un milione di copie, è facile abbassare il prezzo: i ricavi saranno comunque alti. Ed è proprio a questo che volevo arrivare. La vera causa - secondo me - dell'eccessivo prezzo dei libri è la scarsa quantità di lettori (secondo gli italiani legge regolarmente il 10% degli italiani). 
Allargare il mercato del libro avrà almeno due conseguenze positive: primo, favorirà la diffusione della cultura e l'avvento di una società più istruita; secondo, aumenterà i ricavi sulla pubblicazione dei libri, e permetterà una diminuzione dei prezzi
Ecco perché i due problemi sono legati. Il libro costa troppo perché ci sono pochi lettori, ma se ci fossero più lettori allora il prezzo potrebbe scendere.
Da quale problema cominciare? Proprio dal prezzo del libro. Un costo basso - soprattutto in momenti di crisi, ripeto - invoglia i lettori ad acquistare i libri. Immaginate una persona che sta avvicinandosi alla lettura, o che vuole fare un regalo. Entra in libreria e scopre che il libro che le piace costa 14 euro. Se volesse leggerne tre al mese (che son pochi) farebbero in media 42 euro.
E se invece il libro costasse 5,90 euro? Il lettore novizio entra il libreria e ne compra due, o tre, invece che uno. E può regalarli agli amici/parenti/conoscenti, e far conoscere così il piacere della lettura. Non è detto, ma il mercato del libro potrebbe davvero crescere notevolmente. E ciò significa guadagni maggiori per editori e scrittori, e più felicità per i lettori, che potrebbero acquistare molti più libri.
Nel prossimo futuro, in cui l'ebook la farà da padrone, chi vuole davvero abbandonare il cartaceo? Pochi. Per tutti gli altri, tuttavia, il volume cartaceo deve far riscoprire la sua convenienza, che passa, in parte, anche attraverso il prezzo.


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