Il primo autoritratto della storia

Da Masedomani @ma_se_domani

Ho mostrato questa immagine a cinque fanciulle, sostenendo si trattasse di un amico a cui avevo scattato un ritratto invecchiato poi artificiosamente in Photoshop.
Le reazioni sono state incoraggianti: per tutte quante si tratta di un profilo interessante, una ha lodato in particolare l’aria un po’ bohémien, l’ultima mi ha chiesto addirittura se fosse possibile concordare un caffettino. Possibilità resa improbabile dall’estrema ritrosia di Robert Cornelius – questo il nome del trentenne ritratto – alla socialità, comprensibile se si considera che Robert ci ha lasciato nel 1893, e ad oggi non potrebbe probabilmente riprodurre quello sguardo intenso che ammalia le donne.

Ok, si è trattato di un patetico trucchetto, utile però per dimostrare la modernità dello scatto. Stupefacente, se si considera che, nel momento in cui Robert si posizionò davanti alla lente immobilizzandosi per più di un minuto, mancavano più di vent’anni all’Unità d’Italia, Stendhal aveva appena dato alle stampe “La certosa di Parma” ed alla Scala veniva presentata la prima opera di un certo Giuseppe Verdi.

Ma chi era Robert Cornelius, eternato da quello che è considerato il primo autoritratto della storia?

Studioso di chimica e metallurgia – come capita di leggere di quasi tutti i pionieri dell’arte fotografica del periodo – Robert viene “reclutato” a Philadelphia da Saxton e  Goddard, due americani entusiasti dei procedimenti fotografici descritti a Parigi da Daguerre e desiderosi di provare a migliorare il procedimento, invero un po’ complesso, per ottenere quei magnifici risultati. Come è giusto che sia, Robert finisce per appassionarsi, non limitandosi alla ricerca di nuovi composti chimici ma rimanendo decisamente stregato dalla possibilità di eternare un istante irripetibile nel tempo: riesce quindi nella preparazione di un “acceleratore chimico” che consenta di ridurre drasticamente i tempi di posa, e lo mette in pratica! Si posiziona davanti all’obiettivo, assume una posa vigile ma rilassata, dimentica le espressioni simili a ritratti settecenteschi tanto in voga nel periodo e rimane immobile per una decina di secondi.

Nel 1975, tra gli scaffali polverosi della Philosophical Society spunta questo autoritratto. Sul retro, Robert Cornelius aveva scritto: “The first light Picture ever taken. 1839.


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