>Il “primo gradino” di una “scala lunghissima”" title=">>Il “primo gradino” di una “scala lunghissima”" />
Dopo le parole di Monti a Rimini sulla “generazione perduta”, come egli l’ha definita, ora esce il concorso per gli insegnanti. Non ne usciva uno dal 1999. I posti messi a disposizione sono 12000 per quelli fuori graduatoria e altri 12000 per quelli in graduatoria. Il bando uscirà il 24 settembre e le prove si cominceranno a svolgere a ottobre.
Il governo finalmente si è ricordato dei giovani disoccupati e precari della scuola: ma sembra “ben misera cosa” se pensiamo al numero enorme di giovani laureati in materie umanistiche in attesa di prima occupazione e spesso non in possesso dell’abilitazione all’insegnamento, considerato quest’ultimo requisito quasi essenziale per l’accesso al concorso.
Un altro concorso si svolgerà in primavera e altri posti saranno resi disponibili a quanto annunciato dal governo.
Il governo Monti vuole “spingere” sulla “strada dell’occupazione” per quanto riguarda i giovani: dovrà fare sforzi “sovrumani” perchè i disoccupati sono davvero tanti e molti di essi ha rinunciato da tempo a cercare lavoro.
Sono già state varate diverse riforme per favorire la crescita, lo sviluppo e l’occupazione anche di altri oltre ai giovani ma è tutto insufficiente se pensiamo al fatto che in questo clima di recessione economica molti altri stanno perdendo il lavoro e finiscono in cassa integrazione: esempio dei giorni recenti è il caso Alcoa e ci sono tanti altri casi come questo. Tantissime sono le sedi di multinazionali che si apprestano a chiudere o a localizzarsi altrove.
Lo “sforzo” del governo Monti può essere considerato solo il “primo gradino” di una “scala lunghissima”. L’impegno che si richiede alla politica, alle istituzioni e alle forze economiche di questo paese per portarlo “fuori dal baratro” è immane e smisurato.
E sono solo parole quando si dice che “l’Italia può farcela”: gli annunci e le parole come si sa non servono a nulla. Serve invece la concretezza e l’impegno, misure e riforme radicali.