(Beh,insomma), c'era (una volta) questo gran Re, (tanto) tempo fa...l'unico Re di tutta Gran Terra. Il suo nome era Uno. Ed era il primodella sua dinastia regale. Ecco, sì, naturale che si facessechiamare Re Uno Primo. Quest'Uno sperava proprio che la sua dinastianon si esaurisse con lui. Si trovò così una (bella) Regina*. Costei(purtroppo) non sembrava proprio voler partecipare al progetto: nonspuntavano nuovi rami dal tronco reale: non donava figli alla GranTerra. Allora Re Uno pensò fosse il caso di cercarsi qualcuno di piùpratico. Si trovò d'accordo con la regal consorte di scovare unadonna più disposta a sfornar principi al posto suo. Dopo una lungaricerca, (e dopo aver bocciato la proposta di rivolgersi ad undelfinario), i suoi astuti consiglieri gli presentarono una donnabassa e larga, perennemente incinta, chiamata Cubina. “Questa nonpotrà fallire”, gli assicurarono i ministri, e così il Re (tosto)procedette alla procreazione con Cubina. Essa gli diede al primocolpo tre gemelli: un principe e due principesse. Uno si consideròsoddisfatto e congedò Cubina con liquidazione per fine rapporto(pietre preziose e quant'altro di meraviglioso Gran Terra offrisseeccetera, in base alle vigenti normative in merito alla cessazionedella collaborazione nell'ambito della riproduzione nobiliare).
Ilmaschietto, il principe ereditario, venne chiamato Unpiùdduefatre.Le femminucce Duepiùdduefacinque e Cinqueperduefacento. (Fin) dasubito il principino manifestò una (gran) voglia di ascendere altrono per provarne l'Altezza. Ma dato che sia l'uno che l'altra glierano ancora proibiti a causa del fatto non marginale che il padreviveva, sviluppò (così) uno sconfinato amore per le (possenti)piante che circondavano la reggia e sulle quali si arrampicavaspessissimo. Un (brutto) giorno, però, un (maledetto) fulmine siscagliò sulla sua quercia preferita, incendiandola, (giusto) tre oredopo che lui ne era disceso. Non si fece troppo impressionare daquesto fatto, si trovò un'altra quercia di suo gradimento ed ilgiorno dopo la occupò con il consueto entusiasmo. Ma... solo due oredopo che ne era sceso, un (altro) fulmine (cattivo) la colpì,carbonizzandola all'istante. Unpiùdduefatre incominciò aconsiderare il caso veramente singolare e si ritenne (molto)fortunato. (Comunque, senza paura,) il giorno seguente si trovòun'altra quercia e vi salì. Rimirò la Gran Terra che tutta gli sistendeva davanti. Gli uccelli gli svolazzavano e nidificavanoattorno. Finché non si sarebbe liberato il trono, quello sarebbestato il suo popolo. Finché non avesse ereditato l'Altezza, quellasarebbe stata la sua altezza. Giunta sera, finalmente, il nostro(buon) principe scese dall'albero e s'incamminò di ritorno verso laReal Casa. Non passò che un'ora: un (rio) fulmine abbattè anchequell'ultima quercia! Il principe fece allora i suoi (giusti)calcoli, e, assecondate le proposte dei (buoni) consiglieri,considerò saggio evitare di arrampicarsi su una pianta,all'indomani. Era evidente: il giorno dopo il fulmine si sarebbeabbattuto puntualmente sulla quercia mentre lui ci stava sopra. Erainevitabile. Matematico. Lo diceva la storia, il (crudele) destino.Ma quale quercia avrebbe scelto quel (dispettoso) Giove (Tonante)l'indomani, se il principe non fosse salito su nessuna quercia?Forse, concluse il giovane, avrebbe abbattuto quella pianta che ilnostro Delfino avrebbe scelto se avesse deciso di ascendervi anchequel giorno.
(Tant'è,)quel giorno Unpiùdduefatre (non) scelse nessuna pianta e (non)s'arrampicò da nessuna parte. Stette solo ai bordi del bosco adattendere gli eventi. “Ma quando cadrà il fulmine?” (si)chiedette. “Quando da una pianta starei per scendere. Ma io non(vi) salirò... quindi? Nessun fulmine colpirà piante?” Ed infattiquel giorno passò senza che nessuna pianta si carbonizzasse(inutilmente). “Allora”, pensò il (nostro) principino, “avreipotuto salire e scendere (su e da) qualsiasi quercia in qualsiasimomento e nessun fulmine m'avrebbe colpito. Sono stato stupido, hofatto i calcoli per niente.” E così anche il giorno dopo, ed ilgiorno dopo ancora. Scelse una quercia, poi il momento per salirvi.Ma non vi si arrampicò mai. Ed il fulmine continuava a nonscagliarsi. “Ecco”, pensò, “tutti giorni sprecati in cui nonmi sono arrampicato da nessuna parte solo a causa di (inutili)calcoli**. Ma... d'altra parte... se il fulmine aspettasse (proprio)me?
(Fattosta che) dopo non molti giorni passati senza (grosse) novità, ilgran padre, il Re Uno Primo, venne fulminato sul trono da un infartoed il (nostro) principe Unpiùdduefatre potè (finalmente) provarel'Altezza con la a maiuscola e la (potente) visuale del trono. Ilpopolo tutto lui poteva osservare prostrato di fronte a lui. Tutte lericchezze risplendevano davanti ai suoi occhi. Tutto riluceva ed ilnuovo Re, di riflesso, era pure splendente nella sua nobile figura.Non attendeva (nessun) fulmine e si rilassò. Ma (una) cosa,(ancora,) non lo faceva stare (del tutto) tranquillo(:)? da quel trononon poteva scorgere le strade polverose di Gran Terra. Né le frondegli si paravano davanti improvvise, sospinte da folate (giocose) divento, né nascosto fra gli uccelli poteva dialogare col suo popolofra i rami. Questo (nuovo, vero) trono, (in fondo), (non) è (che) un(misero) feticcio, ma salire sulle querce, ormai, ti è proibito,Principe, anzi, Re. Ti è proibito finchè il Re sarà in vita. Tisarà proibito sempre.
(Oh!)Così bassa fu l'Altezza di Re Unpiùdduefatre!
*Per chi volesse far presente che in un mondo in cui esiste solo unRe, che è anche il primo della stirpe, non sarebbe possibile trovareRegine, consiglio vivamente di farsi li cacchi sua.**La parola calcoli, lo ammettiamo, è ripetuta in modo fastidioso. Maè per evitare di usare sinonimi, soprattutto “conti”, checreerebbero confusione nobiliare. Per quanto riguarda l'abusonauseante della parola quercia, ci appelliamo al diverso, sottileuso, che ne viene fatto di volta in volta nel corso del testo: Q.,nella maggior parte dei casi, come genere delle Fagacee, div.Magnoliophyta, classe Magnoliopsida, ordine fagales; è anchetalvolta intesa come simbolo d'immortalità; di durevolezza;consacrata a Giove Tonante; simbolo araldico. Quale sinonimo avrebbepotuto ricoprire il terreno narrativosimbolico della parola quercia?Come avremmo (avreste) potuto farne a meno? Ma voi siete (lettoriattenti) e tutto questo l'avevate già (come minimo) intuito.)