Ci ripensavo poco fa. È incredibile cosa riesce a fare il principio di reciprocità.
Anche se l’ho messo in pratica inconsapevolmente fin da quando sono nato, ho appreso della sua esistenza solo dalle parole di Jonathan Haidt, sul libro “Felicità, un’ipotesi“, di cui vi avevo accennato qui.
Il principio di reciprocità è quello secondo cui se qualcuno è gentile con te, tu tenderai a esserlo con lui. Questo modo automatico di comportarsi è uno degli elementi che contribuisce alla creazione delle relazioni umane.
E ora non ho il libro sotto mano, ma catalogo questo comportamento come automatico, anche ripensando alle mie esperienze. Perché non è che sto lì a pensare “lui è stato tot gentile con me, allora io sarò tot gentile con lui”, è qualcosa che nasce spontaneamente.
A volte, in caso, che so, di discussioni, litigi, il crescendo positivo a cui può portare il principio subisce una interruzione, e può essere più o meno difficile tornare alla situazione precedente.
Ma questo principio può essere usato anche in modo fraudolento. Ricordo come Haidt citi i venditori ambulanti di fiori, e ripenso a quelli di rose di cui Roma centro è piena. Mentre fino a qualche tempo fa proponevano semplicemente una rosa, già da un po’ cominciavo a notare anche io (come Haidt) come alcuni cerchino di mettere il fiore direttamente in mano alle persone, anche facendo finta di non chiedere nulla. In quel momento stanno sfruttando il principio di reciprocità ai loro fini, sapendo che la persona che si ritrova la rosa in mano tenderà ad offrire almeno qualcosa al gentile omaggiatore. A quel punto, dice Haidt, riconoscendo il comportamento disonesto, dobbiamo capire che non siamo certo obbligati alla gentilezza, perché quella che automaticamente potrebbe essere percepita come gentilezza è solo un tentativo di sfruttare un nostro comportamento innato.
Ecco, questo è uno dei temi trattati nel libro di Haidt sulla felicità. Come potete capire, è un libro che parla di aspetti che vanno molto più in là della felicità in senso stretto, e io sono veramente contento di averlo letto (anche se mi mancano sempre gli ultimi due capitoli, avendolo sospeso a favore di altri libri che ho considerato prioritari).
