Lo scrittore libanese è conosciuto in Italia per due romanzi, entrambi pubblicati da Feltrinelli e tradotti da Elisabetta Bartuli: Pioggia di giugno (2010) e San Giorgio guardava altrove, uscito in italiano lo scorso anno e con cui Douaihy ha vinto il premio.
Il Prix de la jeune littérature arabe (di cui vi avevo parlato qui) era stato lanciato a giugno di quest’anno dal famoso Institut du Monde Arabe di Parigi e dalla Fondazione Jean-Luc Lagardére per promuovere gli scrittori arabi che scrivono in francese o che sono stati tradotti in francese dall’arabo, come nel caso di Douaihy.
I romanzi avrebbero dovuto raccontare il tema dei giovani nel mondo arabo e difatti il libro dell’autore libanese ha come protagonista Nizam, giovane libanese nato in una famiglia sunnita ma adottato da una famiglia cristiano maronita. Allo scoppio della guerra civile nel 1975, tutte le contraddizioni del Libano esplodono e Nizam e la sua doppia “identità” non potranno non esserne toccati.
Gli altri finalisti sono stati:
Je suis né huit fois di Saber Mansouri (Éditions du Seuil); Amir di Nabil Naoum; tradotto dall’arabo da Luc Barbulesco (Actes Sud / Sindbad); Chibani di Ahmed Dich (Éditions Anne Carrière); Le dernier été d’un jeune homme di Salim Bachi (Flammarion); Biculturels. Se construire entre deux cultures di Hayat El Yamani (Éditions Anne Carrière); Le dernier seigneur de Marsad di Charif Majdalani (Éditions du Seuil); La Garçonne d’Alia Mamdouh; tradotto dall’arabo da Stéphanie Dujols (Actes Sud).
Della giuria invece facevano parte nomi noti anche a noi: gli scrittori marocchini Mohammed Berrada, Mahi Binebine (Prix du Roman arabe 2010) e Fouad Laroui (Prix Goncourt de la nouvelle 2013). E anche: Mustapha Bouhayati (direttore di Brunswick Art), Jean-Pierre Elkabbach (Europe 1), Gilles Gauthier (ex ambasciatore di Francia in Yemen e traduttore dei libri di Al-Aswani), Kaoutar Harchi (scrittrice), e Alexandre Najjar (scrittore e avvocato).
(Sorvolerò su questa giuria quasi solo al maschile!)
San Giorgio guardava altrove, sesto romanzo dello scrittore, è stato anche nominato nel 2012 per il Prix international du roman arabe e nel 2011 aveva vinto il premio Hanna-Wakim 2011 come miglior romanzo libanese. Nel 2012 era risultato finalista anche al premio per la narrativa araba (IPAF/Booker arabo), assegnato poi ad un altro libanese, Rabee Jaber.
Douaihy l’anno scorso era stato invitato dalla Scuola Holden di Torino a tenere una lectio magistralis e poi dal Circolo dei Lettori per presentare il suo libro, appena uscito in traduzione italiana.
Qui potete rileggervi quello che Giacomo aveva scritto per il blog: Le storie vere di Jabbour Douaihy.
I complimenti vanno naturalmente all’autore ma anche all’editore italiano e alla sua traduttrice!