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il problema del suono è che non si vede

Creato il 09 aprile 2015 da Plus1gmt

La teoria dominante è quella dei fantasmi in casa, ma attenzione perché se ci credete questo è solo il livello 1 di un processo irreversibile di paranoia. Se non trovate le chiavi anche se sono lì sulla mensola dove le avete lasciate la sera prima ma comunque siete talmente convinti di non vederle che poi davvero non le vedete e chiamate qualcuno in aiuto, la colpa è solo del vostro essere uomini, nel senso di individui di sesso maschile. Quindi nessuna presenza ultraterrena o spiritello che vi fa i dispetti approfittando della vostra distrazione cronica. Un tema già trattato nel film The Others, ovvero siamo noi quelli morti e trasparenti che stanno con la testa da un’altra parte e i fantasmi, quelli veri, hanno già il loro daffare. Le cose stanno saldamente al loro posto e se non ci credete fate finta di assentarvi e poi provate a osservare la stanza dal buco della serratura, o se avete le possibilità fatevi installare uno di quegli specchi che si usano per gli interrogatori oppure un impianto di video-sorveglianza fai da te, con qualche webcam da due lire. In casa da sola si muove solo la polvere, quello sì un vero mistero di cui non si conoscono origine, dinamiche e scopo.

Discorso diverso con i rumori. Le case, come sapete, scricchiolano, borbottano, si stiracchiano facendo gemere infissi e strutture portanti complice la terra su cui poggiano, il vento e altri elementi atmosferici meno invadenti ma che alla lunga si fanno sentire. Se poi vivete in un condominio è facile capire la natura di tutto quel casino anche quando apparentemente al piano di sopra sono tutti in vacanza. Ma ci sono cose che mi stupiscono ancora, sapete che nell’era di Internet dove tutto è possibile sono ancora i cari vecchi fenomeni fisici gli eventi che ci fanno rimanere a bocca aperta. Le voci della famiglia pugliese che vive al primo piano che escono distinte e perfettamente riconoscibili dallo scarico del bidet è un buon esempio. Oppure la filodiffusione che si sentiva nell’abat-jour della mia cameretta da ragazzo, non chiedetemi come fosse possibile ma era così, e non si trattava di uno di quei modelli di radio-lampada piuttosto diffusi negli anni 70. Un enigma che faceva il paio con l’audio dei programmi tv percepibile nell’intercapedine tra le perline e le pareti proveniente da chissà quale appartamento del vicinato. Insomma, non potete certo lamentarvi di solitudine: il vero silenzio non esiste, nessuno si prende gioco di voi o cerca di spaventarvi in qualche modo. Siete autorizzati, in casi estremi, a far buon uso anche del vostro amico immaginario preferito.



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