Un uomo entra in un gabinetto pubblico. Contrariamente a quel che si possa pensare non è l’inizio di una barzelletta berlusconiana. È invece l’inizio di un articolo moooolto serio pubblicato nel 2010 su Lecture Notes in Computer Science da due matematici delle università Carleton (Canada) e Wesleyan (USA).
In esso i due esimi affrontano e tentano di risolvere il problema dell’orinatoio. Vediamo di che si tratta.
“Un uomo entra in un gabinetto pubblico e si trova di fronte a n orinatoi liberi. Quale di questi orinatoi deve scegliere per massimizzare la probabilità di mantenere la privacy, per esempio di ridurre il rischio che qualcun altro ne vada a occupare uno accanto a lui?”
Come vedete la questione è scottante, nonché di fondamentale importanza. E infatti i due ci si buttano a corpo morto sciorinando una serie infinita di formule matematiche incomprensibili ai più. E i loro sforzi sono premiati, perché alla fine pervengono alla soluzione del dilemma offrendo a tutti gli uomini delle indicazioni preziose.
Ecco le loro conclusioni.
“Quando una volta entrati nel gabinetto pubblico vi trovate a dover decidere quale orinatoio utilizzare al fine di massimizzare la vostra privacy, dovreste probabilmente [eh no! dopo tutta quella ostentazione di Scienza quel probabilmente non me lo dovevano proprio scrivere] scegliere quello più lontano dall’ingresso se è libero e se anche quello accanto lo è. È questa la scelta ottimale”.
E non basta. I due ineffabili ci tengono a precisare che “questo problema conduce ad altre variazioni molto interessanti [non stento a crederlo] meritevoli di ulteriori indagini” e incoraggiano chiunque a riflettere di più quando si serve dei gabinetti pubblici.