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Il problema della banana

Creato il 06 luglio 2011 da Zonwu
banana
L'essere umano iniziò ad addomesticare la banana tra i 7.000 e i 9.000 anni fa, come testimoniano alcune prove archeologiche trovate nella palude di Kuk in Papua Nuova Guinea. Da allora, la biodiversità del genere Musa, a cui appartengono le diverse specie di banana, è andata scemando nel corso del tempo per via delle numerose selezioni che l'uomo ha effettuato sui tipi di banana più produttivi e adatti al consumo.
Le banane che troviamo oggi sul mercato sono tutte frutto di ibridazioni, e per lo più sterili. Si tratta fondamentalmente di discendenti da due uniche specie di banane selvatiche, la Musa acuminata e la Musa balbisiana.
Ma in origine il nostro pianeta ospitava centinaia di specie diverse di banane, molte delle quali dotate di grossi semi che di certo sono meno preferibili rispetto agli ibridi moderni, che producono semi di dimensioni più ridotte e hanno un sapore molto più gradevole al pubblico.
Le banane Cavendish, il cultivar più diffuso (e sostanzialmente l'unico) sul mercato mondiale, è l'equivalente di un hamburger: facile da produrre, efficiente, dalla qualità uniforme e relativamente più resistente e affidabile delle altre centinaia di specie di banane esistenti ed esistite.
Se provaste a confrontare il genoma di due banane Cavendish provenienti da due differenti regioni del mondo, vi accorgereste che il loro patrimonio genetico è pressochè identico a quello del primo esemplare di Cavendish portato nei Caraibi negli anni '20 del secolo scorso. Ciò che può distruggere una banana di questa varietà, quindi, può potenzialmente distruggere tutti i cloni presenti al mondo se l'infezione dovesse diffondersi.
In un recente studio realizzato da un team di ricercatori europei e australiani viene messo in evidenza come questa selezione genetica forzata volta all'ottenimento di una banana adatta al consumo possa contribuire a rendere le varietà moderne particolarmente suscettibili a malattie e insetti infestanti.
"Circa l'85% delle banane sono coltivate per il consumo locale" spiega Mark Donohue, co-autore della ricerca. "Questo significa che ogni problema nel rifornimento di banane avrebbe conseguenze immediate...potrebbe anche portare a carestie".
Il problema non è nuovo, ed ha un precedente famoso: all'inizio degli anni '20 si verificò la famosa "malattia di Panama" causata dal fungo Fusarium oxysporum, che attacca le radici delle piante di banane ed è resistente ai fungicidi finora utilizzati per controllarlo. La varietà più esportata del tempo, la Gros Michel, venne colpita in modo massiccio, e fu solo l'introduzione della Cavendish a salvare i produttori di banane dalla bancarotta, e le banane dalla scomparsa dal mercato mondiale.
Sono anni che i genetisti cercano di sviluppare una nuova varietà di banane resistente ai nuovi ceppi del fungo, ma finora non è stato ottenuto alcun progresso, tanto da prevedere un disastro nell'economia delle banane entro i prossimi 10-20 anni, quando il fungo si diffonderà su larga scala in Sud America. La stessa natura delle banane commerciali moderne, prive di semi e fatte riprodurre per via asessuata, ha ridotto nel tempo la varietà genetica delle specie di banane esistenti, e rende difficile effettuare incroci.
Ma il caso della malattia di Panama non è unico nella storia delle banane. Un altro fungo, il Mycosphaerella fijiensis, causa la malattia definita come "Black Sigatoka", e ha provocato nelle decadi passate dei danni economici ingenti. Il fungo è in grado di ridurre la produzione di oltre il 50%, facendo maturare velocemente le banane e rendendole inadatte all'esportazione.
Anche in questo caso sono state realizzate nuove varietà più resistenti all'infezione, ma finora non hanno avuto successo per via del loro sapore differente da quello a cui siamo abituati.
Donohue e il suo team hanno hanno iniziato la loro ricerca per stabilire come le diverse specie di banane siano state incrociate in passato per ottenere delle varietà dal sapore più adatto al consumo, e riscoprire le varietà perdute o ancora sconosciute potenzialmente in grado di salvare le attuali piantagioni di banane. Ma per ottenere un quadro esauriente della storia delle banane non basta soltanto l'analisi del loro genoma.
"La discendenza genetica è solo un aspetto, ma sapere come le banane siano state utilizzate dall'essere umano è un altro" spiega Donohue. "Gli archeologi ci possono dire quando sono state utilizzate, i genetisti possono dirci quale tipo di incroci siano stati effettuati, e attraverso i linguisti abbiamo avuto un'idea di come le banane siano state culturalmente importanti nelle regioni in cui era possibile trovarle".
Un approccio a così largo spettro è necessario quando si parla di banane. Oltre alle centinaia di specie andate scomparse nel corso dei millenni, ne esistono altre che tutt'oggi sfuggono alla classificazione scientifica. "Molte parti del mondo, come l'Indonesia, non sono a conoscenza del tipo di diversità genetica che possiedono. Non c'è mai stata una ricerca in tal senso. Visti i climi differenti osservati, dalla Nuova Guinea al Sud-Est asiatico, c'è probabilmente una varietà, già coltivata in passato o presente in natura, che potrebbe avere effetti positivi sulla nicchia delle banane resistenti alle malattie, se solo riuscissimo a trovarla".
La banana non è ad immediato rischio di estinzione, se è questo che vi preoccupa. Ma di certo la scarsa diversità genetica non contribuisce alla sua conservazione, e ha già decretato in passato la scomparsa di diverse varietà. Oggi, però, non abbiamo alcun successore della Cavendish pronto all'uso, e i trasporti su scala globale possono velocizzare la diffusione di malattie potenzialmente disastrose per l'economia delle banane.
Bananas, Highly Inbred, at Risk

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