La cosa più intelligente e razionale (e condivisibile) che ho sentito dire in questi giorni sulla questione della stepchild adoption e, più in generale, sulla questione dei figli cresciuti in famiglie omosessuali, proviene dall'Ordine degli Psicologi del Piemonte che la scorsa settimana ha emesso un comunicato nel quale, attraverso il suo presidente Alessandro Lombardo, ha espresso la propria posizione ufficiale sull'argomento, peraltro in linea con il dossier consegnato il 9 febbraio scorso dagli psicologi italiani ai senatori che si apprestano a votare il ddl Cirinnà (e che, raccogliendo oltre 70 lavori sparsi su oltre quarant'anni, dimostra come non sussista alcuna evidente "connessione tra genere sessuale dei genitori e specifici disagi del minore"). E se da una parte quello che esprime è, a ben vedere, quasi ovvio, dall'altra configura una situazione tristemente paradossale.
In breve il concetto è il seguente. Secondo gli psicologi l'unico vero problema peculiare cui possono andare incontro i figli di coppie omosessuali, un problema dunque cui possono essere esposti questi individui proprio a causa della loro condizione di figli di coppie omosessuali (perché tutti gli altri tipi di problemi ce li possono avere tutte quante le tipologie di famiglie esistenti), è semplicemente quello di essere potenzialmente esposti a contesti omofobici. Il problema dunque non è insito nel tipo di famiglia in cui si vive, il problema è la discriminazione cui questa famiglia potrà andare incontro nelle sue relazioni all'interno della comunità.
In buona sostanza questo significa che, tutti coloro che si scagliano (almeno) contro questa parte del ddl Cirinnà – esprimendo in questo modo una riserva di matrice omofobica – sono di fatto essi stessi la causa di quei problemi da cui dicono di voler proteggere i figli di coppie omosessuali, ragione per cui si scagliano (almeno) contro questa parte del ddl Cirinnà. In altre parole, un problema effettivamente esiste, ma sono loro stessi a crearlo proprio nel momento in cui pretenderebbero di trovare la sua soluzione. Insomma, casomai ce ne fosse stato ancora bisogno, questa è l'ennesima conferma che il vero (e unico) grave problema è l'omofobia. E su questo non dovrebbe esserci bisogno di dire altro.
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Il problema della genitorialità omosessuale (come un corto circuito)
Creato il 23 febbraio 2016 da IlgrandemarzianoPotrebbero interessarti anche :