In una Italia che fatica a ritrovare uno sviluppo economico e che è attanagliata da tanti problemi tra cui la disoccupazione giovanile, emerge un dato che ha del grottesco, considerando appunto la situazione economica, ma con cui bisogna fare i conti.Stiamo parlando
delle baby pensioni, il fenomeno è molto concentrato nel settore del pubblico impiego, si pensi, per esempio, che in un certo periodo, fu concesso alle
impiegate pubbliche con figli di andare in pensione dopo 14 anni, sei mesi e un giorno, mentre era già possibile per gli statali andare in pensione dopo 19 anni, sei mesi e un giorno e per i lavoratori degli enti locali dopo 25 anni.
Se oggi le persone che hanno una fascia di età tra i 30 e i 35 anni non riescono a trovare lavoro, fino al 1992, c’erano giovani della stessa età che andavano in pensione.
L’Inpdap paga 428.802 pensioni concesse a lavoratori meno di 50 anni di età, una vera e propria bomba sociale che aggrava la spesa pubblica e che rende sempre più forte il divario tra un’Italia che ha sperperato e un’Italia di oggi, che ha sempre meno risorse da impiegare.E’ di qualche giorno fa l’uscita di un libro interessante sul tema, i
l giornalista Mario Giordano ha indagato il fenomeno delle baby pensioni nel libro “Sangui-sughe”.