Qualcuno doveva aver diffamato Adele Gambaro, perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne espulsa. L’usciere di Palazzo Madama, l’usciere di fiducia del movimento, che ogni giorno le portava il giornale, quella volta non venne. Ciò non era mai accaduto. La Gambaro aspettò ancora un po’, guardò di traverso il suo capogruppo e portavoce Crimi, seduto sullo scranno vicino al suo, che la osservava con una curiosità e una inquietudine del tutto insolita in lui, poi però, meravigliato e preoccupato a un tempo, l’uomo se ne andò e lei suonò il campanello. Subito entrò un altro uomo, che lei non aveva mai visto prima in quella assemblea del Parlamento italiano. Era snello, barbuto, eppure ben piantato, indossava una giacca con maschera attillata che, come gli abiti da viaggio del capitano Kirk, era dotata di diverse pieghe, tasche, fibbie, bottoni e di una chiusura e che di conseguenza, benché non fosse chiaro a cosa dovesse servire, sembrava particolarmente pratica. “Chi è lei?”, chiese la Gambaro. sollevandosi a metà dello scranno. L’uomo però sorvolò su quella domanda come se si dovesse accettare la sua apparizione e a sua volta disse soltanto: “Ha suonato?”. “L’usciere mi deve portare il giornale”, disse la Gambaro, cercando sulle prime in silenzio, mediante l’attenzione e la riflessione, di stabilire chi mai fosse quell’uomo. Ma questi non si espose per molto al suo sguardo, si volse invece in direzione della porta che aveva lasciato socchiusa, per dire a qualcuno che evidentemente stava appena dietro la porta: “Vuole che l’usciere le porti il giornale”. Seguì un breve ridacchiare dalla camera accanto, non era chiaro dal suono se non scaturisse da più persone. Sebbene l’estraneo in questo modo non potesse aver appreso nulla che già non conoscesse prima, tuttavia disse alla Gambaro, col tono di una comunicazione: “E’ impossibile”. “Questa sarebbe nuova”, disse la Gambaro, si alzò dallo scranno e spense il computer dove aveva inteso leggere l’ultimo post del garante: “Voglio proprio vedere che razza di gente sta nella camera del popolo accanto e come l’usciere mi giustificherà questa intrusione”. Capì subito che non avrebbe dovuto dire questo ad alta voce e che, in tal modo in un certo senso riconosceva un diritto di controllo all’estraneo, ma lì la cosa non le sembrò importante, il garante, lo sapeva, le voleva bene.
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