Giuseppe Maria Crespi - La confessione
Il nostro affabile presidente del consiglio si affanna da tempo a trovare una formula che lo liberi dai processi che, a raffica, gli piovono sul capo. Studia, pensa, strepita e minaccia, poi convoca i migliori cervelli al suo servizio.
Con loro ha preparato una sfilza infinita di filtri ed unguenti capaci, nelle intenzioni, di fare il miracolo. Leggi, lodi, processi brevi ed impedimenti non sono riusciti, però, nell’impresa. Tappata una falla se ne riapre testè un’altra.
Il Nostro è veramente allo stremo. Non sa veramente più dove battere la testa. E, intanto, i processi incombono. Fioccano le date di convocazione. Si comincia a sentire odor di sentenze.
Eppure la soluzione, quella vera, ce l’ha di fronte agli occhi. Chiara, limpida, definitiva ed assoluta. Ma non la vede.
Forse si è dimenticato di una cosa che sappiamo tutti benissimo: quando c’è qualcosa di difficile da fare, basta guardare alla Chiesa. Lei, dall’alto della sua storia millenaria, ha già pronta la soluzione. Ed ecco quindi ciò che fa al caso suo. Non deve far altro che adottare lo stesso sistema che la Chiesa usa per i “reati” contro Dio, quelli che chiamiamo volgarmente “peccati”.
Pensateci bene:
il processo si fa solo su auto-denuncia dell’imputato
si svolge solo quando l’imputato ne ha voglia
egli può scegliere a suo piacimento il luogo ed il giudice
il giudice è tenuto al più stretto riserbo (e non c’è mai stata fuga di notizie)
l’unico esito consentito è l’assoluzione.
E’ PERFETTO!!!!
………..
Beh, peccato (è il caso di dirlo) che poi ci sia un secondo grado di giudizio…